L’imminente visita in Cina del
vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani dimostra che
l’Italia spera di continuare a trarre vantaggio dalla
cooperazione economica e commerciale con la Cina, nonostante le
voci che screditano la Belt and Road, la nuova Via della Seta, e
che rilanciano le esitazioni a rinnovare il documento di
cooperazione.
La Belt and Road Initiative (Bri), scrive il Global Times, il
tabloid del Quotidiano del Popolo, “è un piano di cooperazione a
lungo termine che offrirà ampie opportunità all’economia
italiana” ed “è fondamentale che la parte italiana incontri la
Cina in un punto di equilibrio nella ricerca della cooperazione
economica, piuttosto che limitarsi a massimizzare i propri
interessi”. Su invito del capo della diplomazia cinese Wang Yi,
Tajani sarà in visita a Pechino dal 3 al 5 settembre, durante la
quale i due ministri parteciperanno all’11/ma edizione
dell’Assemblea congiunta del Comitato governativo sino-italiano.
L’Italia sta valutando la possibilità di non rinnovare il
memorandum firmato nel 2019 “per portare avanti congiuntamente
la costruzione della Bri”, quale primo e unico Paese del G7. La
visita Tajani in Cina arriva in un momento critico poiché “voci
ostili tentano di interrompere la reciproca cooperazione
economica e commerciale tra le due parti. Il futuro dei legami
economici bilaterali dipenderà in una certa misura dalla serie
di interazioni tra le due parti a partire da questa visita”, ha
osservato Cui Hongjian, direttore del Dipartimento di studi
europei presso il China Institute of International Studies.
Mentre i media affermano che non esiste ancora una posizione
interna unificata in Italia sul rinnovo, la visita di Tajani “mostra che l’Italia non vuole che la cooperazione
reciprocamente vantaggiosa venga influenzata”, ha aggiunto Cui.
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Fonte Ansa.it