Meduse e unicorni, Hirst trova casa alla Borghese

(ANSA) – ROMA, 07 GIU – Le tele di Tiziano, Raffaello e
Leonardo, una collezione ineguagliata di Caravaggio, le
sculture direttamente commissionate a Bernini. Colto, ricco e
potente, Scipione Borghese, il cardinale cui apparteneva la
strepitosa villa che oggi ospita l’omonima Galleria, fu un
collezionista senza eguali, innamorato dell’arte al punto da
inseguirla senza scrupoli. E chissà cosa direbbe oggi trovandosi
a tu per tu con le 80 opere di Damien Hirst, l’artista più
celebrato e controverso del nostro tempo che giganteggiano nel
suo maestoso atrio e invadono ogni sala in un gioco di dialogo e
di rimandi con i pezzi più amati della sua collezione, le meduse
in oro o malachite o bronzo nella sala dei sei Caravaggio, le
due grandi teste di unicorno davanti ai Raffaello, due
minacciosi cerberi che sembrano ringhiare al ratto di Proserpina
scolpito da Bernini. Intitolata “Archeology now”, la mostra che si apre dall’8
giugno al 7 novembre nel prestigioso museo romano, affolla uno
scrigno del barocco di opere contemporanee che in realtà si
dimostrano perfettamente in tema con il sogno del Cardinal
Scipione e le idee degli artisti che resero unica la sua corte.
    Ed ecco che affiancati e spesso addirittura mimetizzati tra le
opere del passato, quasi come facessero parte da sempre della
collezione Borghese, si incontrano in queste stanze, già di per
sé incredibili per il numero di capolavori ma anche per il fasto
dell’architettura e delle decorazioni, personaggi favolosi,
soggetti mitologici, rielaborazioni raffinate e coltissime di
reperti archeologici, frutto della sfrenata fantasia
dell’artista di Leeds, con l’esibizione di una tecnica mirabile
che emerge nelle grandi tele come nelle sculture dai materiali
preziosi, oro e argento, marmo, bronzo e poi cristallo di rocca,
corallo, pietre dure. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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