Nel 2022 i ricavi complessivi del
mercato audiovisivo italiano – televisione, cinema, video ‘fisico’ (Dvd E blu-ray) e offerte online – valgono circa 10,8
miliardi, attestandosi così ai valori pre-pandemia, ma solo
grazie alla forte crescita della componente online. Sono fra i
dati del 5/0 Rapporto sulla produzione audiovisiva nazionale,
realizzato da Emedia, Certa e Fondazione Symbola per
l’Associazione produttori audiovisivi (Apa) e presentato al Mia
in corso a Roma.
La televisione rimane il primo mezzo audiovisivo con ricavi
nel 2022 pari a 7,9 miliardi di euro (73% del totale mercato).
Tuttavia la tv è destinata a crescere in maniera contenuta e la
sua quota sul totale mercato è avviata a scivolare fra il 2024 e
il 2025 sotto il 70%, si spiega nel rapporto. Nel 2022 i ricavi del vod a pagamento sono stimati pari a
circa 1 miliardo, mentre i ricavi della pubblicità video display
(servizi Avod) a 1,5 miliardi per un valore complessivo
dell’area online pari a 2,5 miliardi. La sala cinematografica,
fortemente penalizzata dalla pandemia Covid-19, registra ricavi
per soli 0,3 miliardi, in netta ripresa ma ancora lontana dai
valori pre-pandemia. Il 2023 si annuncia come il vero anno della
ripresa per il Box office nazionale. Dopo la flessione del 2020
dovuta alla pandemia i ricavi cumulati delle prime 50 imprese
del settore riprendono a crescere, registrando nel 2021 un
valore cumulato pari a 1 miliardo 359 milioni che nel 2022 sale,
collocandosi attorno a 1 miliardo e 400 milioni. Mentre continua il processo di acquisizioni e aggregazioni di
imprese nel settore della produzione, fra il 2017 e il 2022 gli
investimenti in produzione di film primariamente destinati alla
sala cinematografica sono più che raddoppiati passando da 263
milioni a 581 milioni di euro (+121%).
Dal Rapporto emerge che il valore complessivo degli
investimenti in produzioni originali italiane (di tutti i
generi) è di 1.800 milioni di euro e che gli investimenti su
piattaforma lineare (tv free e pay) è di circa 1 miliardo.
“La costante crescita della componente online vale oggi quasi
un terzo di quella televisiva” spiega Chiara Sbarigia,
presidente dell’Apa, illustrando il rapporto.
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Fonte Ansa.it