I Metadati rappresentano tutte quelle informazioni che vengono utilizzate per descrivere i vari file. Anche se sono nascosti alla vista, sono essenziali per i moderni sistemi informatici e qualunque utente sia in possesso di uno smartphone o di un PC si imbatte in questi dati senza rendersene conto.
Rappresentano, in sintesi, una sorta di Carta d’Identità dei file digitali, indicandone la provenienza, la data di creazione, le ultime modifiche e tutti quegli attributi utili per la loro classificazione.
Scopriamo a cosa servono i Metadati e perché preoccuparsene.
I Metadati nelle foto e nei video
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L’esempio più efficace per comprendere il discorso è rappresentato da foto e video realizzati con uno smartphone.
Dopo uno scatto o dopo aver ripreso qualcosa, il telefono inserisce al suo interno tutte le informazioni utili per descrivere il file. Ci sono indicazioni relative alle impostazioni e al produttore della fotocamera, l’ora in cui è stata scattata la foto e in alcuni casi le coordinate GPS dell’immagine.
Tutti questi dati possono essere utilizzati per classificare i diversi file e ordinarli, ad esempio, attraverso le impostazioni della galleria foto del telefono. Addirittura i moderni sistemi di riconoscimento dei Metadata sono anche in grado di riconoscere chi o cosa è presente nell’immagine, aggiungendo un ulteriore livello di classificazione ancora più dettagliato.
Lo stesso discorso vale per i file video che contengono molte di queste informazioni, più alcuni extra come la frequenza dei fotogrammi e dell’audio
Metadati nei messaggi
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Nemmeno i messaggi sono esenti da questo discorso. L’esempio tipico di Metadati allegati ai messaggi di testo sono l’ora di invio, il destinatario e le informazioni su eventuali allegati che il messaggio potrebbe avere.
Alcune app di messaggistica, come WhatsApp e affini, possono incorporare informazioni aggiuntive come l’ora di apertura della notifica e le eventuali reazioni o le emoji al suo interno.
Come vengono utilizzati i Metadati
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I Metadati vengono, quindi, utilizzati dai dispositivi moderni per ordinare i file al loro interno in base alla tipologia o ad altri parametri scelti dall’utente.
A questo punto è facile intuire che qualsiasi operazione fatta con un PC o con uno smartphone generi dati e Metadati. Sommando tutti i device utilizzati in tutto il mondo, quotidianamente viene creata una quantità incredibile di queste indicazioni che, naturalmente, non possono essere semplicemente archiviate.
Sempre più spesso accade che queste informazioni vengano immesse all’interno di sofisticati algoritmi e modelli di apprendimento automatico. Il fine ultimo è quello di analizzare i comportamenti degli individui e creare modelli in grado di ricostruire tendenze e attitudini delle società moderne.
Un esempio dell’utilizzo dei Metadati sono le pubblicità mirate e i suggerimenti dei vari contenuti personalizzati proposti quotidianamente sul web.
Immaginiamo la home page di un qualsiasi Social Network. Molto spesso accade che nel feed, tra gli annunci sponsorizzati, appaia proprio quel prodotto cercato online. Questo avviene perché l’algoritmo di cui sopra ha analizzato i comportamenti degli utenti (e i Metadata prodotti), mostrando ciò che ritiene pertinente con le ricerche effettuate.
I Metadati e la sorveglianza
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Nel discorso sui Metadati ci sono anche tutte quelle implicazioni che vanno ben oltre la pubblicità.
Tra le più discusse degli ultimi anni c’è la possibilità di sfruttare queste indicazioni per la sorveglianza degli individui.
Il caso di Edward Snowden che ha fornito la prova che la National Security Administration degli Stati Uniti ha utilizzato i Metadati per la sorveglianza di obiettivi sensibili o di persone ritenute un rischio per la sicurezza nazionale
Il discorso può essere applicato anche su scala ridotta anche con le altre Forze dell’Ordine che, potenzialmente, potrebbero monitorare il traffico cellulare di una determinata zona alla ricerca di eventuali minacce.
Così facendo, pur non potendo leggere il contenuto dei messaggi, entrerebbero in contatto con tutti i dati degli utenti che casualmente transitano in quell’area, mettendo in discussione la privacy di persone innocenti.
I Metadati e la privacy
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Come è facile intuire a questo punto, il discorso sui Metadati è legato indissolubilmente a quello di Privacy.
Ogni volta che un utente effettua un accesso sul web genera queste informazioni. Molte volte vengono semplicemente archiviate sui dispositivi e altre volte vengono utilizzate dalle piattaforme per mostrare annunci pertinenti coi comportamenti e le preferenze delle persone.
Occorre sottolineare che, spesso, le App e i social tendono a rimuovere automaticamente le informazioni dai file caricati. Lo stesso discorso vale anche per i sistemi di messaggistica come Slack, Discord, WhatsApp, Facebook Messenger, Signal, e Telegram.
Tuttavia, questo non avviene con dati e file caricati sui servizi di archiviazione cloud o inviati via e-mail. La cosa vale anche per tutte le “trasmissioni” fatte sul web o tramite reti mobile che consentono ai moderni dispositivi di raccogliere informazioni sul comportamento dei singoli utenti o particolari gruppi di persone.
Qui entra in gioco il discorso sulla privacy, in quanto questi dati dicono molto sulle persone e sulle loro preferenze di qualsiasi natura, da quelle dei prodotti di consumo fino ad arrivare a quelle sessuali.
Presupponendo che al giorno d’oggi è praticamente impossibile non utilizzare dispositivi connessi alla rete è opportuno ricordare che i dati sensibili sono potenzialmente esposti alla vista di tutti, per cui è necessario che l’utente sappia utilizzare tali tecnologie con cautela e con la giusta dose di consapevolezza.
Per saperne di più: Sicurezza informatica: guida alla navigazione sicura sul web
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Fonte Fastweb.it