Il project management è un’attività complessa, che richiede grande attenzione e organizzazione da parte di chi se ne occupa e ne è responsabile. Tante sono le figure chiamate a collaborare sotto la guida di un project manager, che cerca di coordinare il flusso di lavoro e gestire tutti gli elementi che entrano in gioco nell’ideazione, progettazione e sviluppo di un progetto.
Il project manager può adottare diversi sistemi di lavoro. Tra quelli più diffusi vi sono il Metodo Waterfall e il Metodo Agile. Entrambi possono essere utilizzati per portare a conclusione un progetto, favorirne una buona riuscita e il raggiungimento dei risultati sperati. Sono profondamente differenti tra di loro e, per decidere quale è vantaggioso applicare, è necessario conoscerne tutte le caratteristiche principali.
Metodo Waterfall: che cos’è
Il metodo Waterfall, noto anche come Liner Sequential Life Cycle Model, è una metodologia tradizionale di project management. È stata utilizzata negli ann per lo sviluppo di numerosi progetti di successo, ed è stata la più applicata prima della diffusione del Metodo Agile. Si basa su procedimenti standardizzati e un flusso di lavoro rigido.
I protocolli vengono seguiti diligentemente, ci si concentra sulle procedure di lavoro e non ci si discosta quasi mai da quanto prestabilito. È un modello lineare, altamente definito, in cui tutte le fasi si susseguono una dopo l’altra in maniera sequenziale, senza subire influenze dall’esterno.
Si applica principalmente a grandi gruppi di lavoro. I membri del team eseguono quanto gli viene richiesto di fare, senza poter apportare modifiche o proporre tecniche di lavoro più flessibili e congeniali alle loro competenze e conoscenze.
I termini sono rigorosi, è una successione a cascata di fasi ben distinte l’una dall’altra e che non si sovrappongono mai. I ruoli, all’interno delle aziende, sono ben definiti e il dialogo, all’interno del team, è ridotto.
Nel Metodo Waterfall nessuna fase può avere inizio se prima non si è conclusa quella precedente.
Il prodotto finale viene mostrato al cliente solo in fase di consegna. La comunicazione tra quest’ultimo e il project manager è quasi nulla dopo la fase iniziale e non si accettano modifiche e richieste durante il processo di lavoro. I requisiti da soddisfare vengono rigorosamente stabiliti prima che la produzione abbia inizio e, fino alla fine, non possono essere cambiati.
Metodo Agile: che cos’è
Negli ultimi anni, per la gestione dei progetti si sta diffondendo l’applicazione del Metodo Agile, un modo di approcciarsi al lavoro estremamente flessibile e iterativo, aperto ai cambiamenti, attento alle esigenze del cliente a ciò che accade all’esterno.
Le procedure sono poco standardizzate e possono cambiare a seconda del progetto, e si avvale di team di lavoro multidisciplinari. I membri del gruppo sono consapevoli dei risultati da raggiungere, di tutte le attività che devono essere svolte, della loro importanza e delle priorità.
Si lavora su brevi periodi di tempi, in sprint che durano dalle due alle quattro settimane, per poter rilasciare prodotti innovativi rapidamente. L’attenzione al cliente è l’elemento caratterizzante della metodologia agile. Vi è una costante comunicazione con il cliente per comprenderne le esigenze, raggiungere i risultati concordati e soddisfarne le aspettative. Il prodotto finale deve essere di elevata qualità.
Metodo Agile e Metodo Waterfall: differenze, vantaggi e svantaggi
Il metodo Waterfall e il Metodo Agile hanno come scopo quello di raggiungere gli obiettivi stabiliti in fase di pianificazione del progetto. Entrambi possono essere adottati nel project management. Per scegliere quale è la soluzione migliore, bisogna conoscerne differenze, vantaggi e svantaggi.
La Metodologia Waterfall è rigida ed è adatta ad ambienti in cui sono presenti tanti attori che interagiscono e grandi gruppi di lavoro. La pianificazione è estremamente semplice, gli obiettivi da raggiungere si stabiliscono all’inizio e non vengono mai cambiati.
Il flusso di lavoro basato sul metodo Waterfall è facile da gestire e semplice da documentare. Durante tutto il processo il cliente rimane marginale: riceve il prodotto o il servizio concordato solo alla fine. Ciò potrebbe portare a una soddisfazione minore.
È adatto solo ai progetti di piccole e medie dimensioni. In quelli più complessi, un ritardo in una delle fasi potrebbe comportare delle difficoltà in tutti i processi successivi e impedire il raggiungimento dei risultati finali nei tempi prestabiliti.
L’eventuale inoperatività di alcuni membri del team, dovuta ai possibili ritardi o blocchi dell’esecuzione di attività da parte dei colleghi, potrebbe portare ad un grave spreco di risorse. È impossibile tornare indietro lungo il flusso di lavoro e apportare modifiche alle fasi precedenti qualora si rivelassero degli errori da correggere.
La rigidità del Metodo Waterfall potrebbe causare gravi ritardi nei progetti più grandi e complessi, con una conseguente perdita di preziose risorse.
A differenza del Metodo Waterfall, il Metodo agile è focalizzato sul cliente, che collabora con i team di lavoro in ogni fase del processo. Il lavoro è organizzato in step e si cercano di raggiungere obiettivi periodici che possono essere cambiati, in maniera estremamente flessibile, in base agli input provenienti dall’esterno. Il risultato è il rilascio di prodotti innovativi e di valore.
Il coinvolgimento dei clienti potrebbe portare ad un rallentamento e la riorganizzazione frequente dei lavori potrebbe causare dei ritardi sul rilascio del prodotto finale. Il project manager deve essere in grado di mantenere il focus, gestire e coordinare la comunicazione con il cliente, i team di lavoro e tutti gli stakeholder interessati.
Per saperne di più: Chi è e che ruolo ha il project manager
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Fonte Fastweb.it