Monica Bellucci, io diva? Mica sono la Callas

(ANSA) – ROMA, 06 NOV – “Ho avuto la prima figlia a 39 anni,
la seconda a 44, a 50 ho fatto la Bond girl, a 55 ho debuttato a
teatro. Ho i miei tempi! Il bello è essere chiamata, senza
scalpitare che non è nella mia natura, l’importante è avere
sempre progetti cui aderire con entusiasmo. A questo su Maria
Callas come potevo dire no? Anche se significava affrontare la
platea dal vivo per la prima volta”: Monica Bellucci si racconta
e parla anche dello spettacolo con la regia di Tom Volf che dopo
l’esordio al festival di Spoleto ha ripreso dopo il lockdown con
grande successo in tutta Europa, da Parigi a Lisbona, Atene e
poi Londra e che ora arriva anche in Italia a Milano (Teatro
Manzoni, 21 novembre), Roma (Sala Sinopoli, 22 e 23 novembre) e
Venezia (Teatro Goldoni, 26 e 27 novembre).
    “Non bastava una icona come la Callas, il caso ha voluto che
incrociassi anche un’altra donna incredibile, Anita Ekberg”,
prosegue Bellucci che a Torino il 30 novembre in anteprima
mondiale al Tff presenterà il film The girl in the fountain,
diretto da Antongiulio Panizzi, in cui si confronta con
l’attrice svedese. “Due leggende, due donne che avevano tutto,
eppure dei destini difficili segnati dalla sofferenza”.
    Bellucci, che a Torino riceverà anche il premio Stella della
Mole 2021, a dicembre sarà in sala con la commedia di Paola
Randi, La Befana vien di notte 2, in cui interpreta la strega
buona. E poi film internazionali come Memory, action thriller
con Liam Neeson, e le riprese della commedia americana Mama
Mafia con Toni Collette diretto dalla regista di Twilight,
Catherine Hardwicke, e un progetto top secret di una serie tv.
    “Tantissimo lavoro, ne sono felice, poi certo c’è da
organizzarsi e questo mi agita sempre un po’, come accade a
tutti del resto nel conciliare famiglia e lavoro, io ho le mie
ragazze da seguire”.
    A 57 anni non le piace guardare indietro: “Il percorso di
ciascuno è basato sui sì e sui no che si sono detti, su successi
ed insuccessi”. Io sono mossa dall’entusiasmo, dalla curiosità,
dall’eccitazione di un nuovo progetto, di imparare sempre e in
fondo di giocare”. E il tempo che passa? “L’ho accettato da un
bel po’”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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