(ANSA) – BARI, 05 SET – “Mentre stazionavamo sulle panche
sotto il gazebo con le nostre mogli” Caprio “si è avvicinato per
origliare cosa stessimo dicendo e ha guardato in maniera
provocatoria le nostre compagne. Notata questa circostanza, io
mi sono alzato, gli ho detto testualmente ‘sempre avanti e
dietro devi andare? Qual è il problema?’, così dicendo gli ho
tirato tre pugni colpendolo al viso, l’ho visto cadere in terra
e sbattere la testa sul marciapiede. Non pensando che sarebbe
morto sono andato via”. E’ il racconto fatto ai carabinieri e al
magistrato dal 20enne Fabio Giampalmo, sottoposto a fermo per
l’omicidio volontario aggravato del 40enne Paolo Caprio, morto
nella notte durante un litigio in una stazione di servizio alla
periferia di Bitonto, nel Barese.
La confessione del 20enne è riportata nel decreto di fermo
notificato all’indagato, difeso dall’avvocato Nicola Capaldi.
Giampalmo ha raccontato di aver notato la vittima – che
conosceva di vista – parlare con la sua compagna e con quelle
dei suoi amici, mentre gli uomini erano all’interno del bar
giocando alle slot machine. A quel punto il 20enne sarebbe
uscito e, dopo l’ennesimo sguardo non gradito, avrebbe colpito
Caprio lasciandolo a terra, per poi allontanarsi in auto. Alcune
ore dopo aver saputo che il 40enne aggredito era morto, ha
contattato l’avvocato e si consegnato in caserma. (ANSA).
Fonte Ansa.it