Morto il regista Giuliano Montaldo, l’eterno ragazzo del cinema

Con Giuliano Montaldo scompare uno
degli ultimi di quella grande generazione di registi che ha
fatto grande il cinema italiano a partire dagli anni Sessanta.
    Si è spento con a fianco l’amatissima moglie, Vera Pescarolo, la
figlia Elisabetta e i suoi due nipoti Inti e Jana Carboni nella
sua casa a Roma che nel tempo era diventata casa per questo
genovese navigatore e spericolato, che ha sempre schivato
ritualità troppo solenni perché tra le sue moltissime doti c’era
l’arte dell’autoironia dispiegata da sempre a piene mani. Per
scelta della famiglia non si terranno esequie pubbliche.
    L’eterno ragazzo di Cinecittà nasce a Genova il 22 febbraio del
1930; fin da ragazzo ha l’occhio del navigatore come Colombo, la
voce di un Gino Paoli dai toni baritonali, la passione militante
del giovane Calvino partigiano, il piacere dello scherzo di
Paolo Villaggio e la leggerezza poetica di Lele Luzzati, tutti
liguri come lui, tutti un po’ saggi e un po’ matti come lui.
    Regista, sceneggiatore e attore, diresse oltre 20 film. Tra
questi Gli Intoccabili (1969); Sacco e Vanzetti (1970; Giordano
Bruno (1973); L’Agnese Va A Morire (1976); Gli Occhiali d’Oro
(1987). Montaldo fu molto attivo anche nella produzione di
grandi opere televisive come il kolossal in 8 puntate Marco
Polo.
   

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Fonte Ansa.it

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