Morto in Brasile l’Uomo della buca, simbolo genocidio indigeno

(ANSA) – ROMA, 29 AGO – E’ morto in Brasile l’ultimo membro
di un gruppo indigeno della foresta amazzonica che non aveva mai
avuto contatti col mondo esterno. L’uomo, di cui non si sa il
nome, negli ultimi 26 anni era rimasto in totale isolamento, ma
era stato ribattezzato l’Uomo della buca, perché scavava buche
profonde, in gran parte utilizzate per intrappolare gli animali
o per nascondersi.
    Il corpo dell’uomo più solitario del mondo, e simbolo del
genocidio indigeno, è stato trovato coperto di piume il 23
agosto, su un’amaca fuori dalla sua capanna di paglia. Sul
cadavere non sono stati riscontrati segni di violenza e per
questo si pensa che sia morto per cause naturali, all’età di 60
anni.
    L’uomo era l’ultimo di un gruppo indigeno che viveva
nell’area di Tanaru, nello stato di Rondônia, al confine con la
Bolivia. Si ritiene che la maggior parte della sua tribù sia
stata uccisa già negli anni Settanta da allevatori che volevano
espandere i loro pascoli. Nel 1995, sei dei restanti membri
della sua tribù furono uccisi in un attacco da minatori
illegali, rendendolo l’unico sopravvissuto. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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