Nas chiudono 21 punti prelievo per i tamponi rapidi

(ANSA) – ROMA, 10 FEB – Il Comando Carabinieri per la Tutela
della Salute ha avviato, d’intesa con il Ministero della Salute,
una campagna di accertamenti per verificare la corretta
esecuzione dei tamponi e analisi antigeniche per la ricerca del Covid-19. Ad esito delle ispezioni – informa una nota – è stata
disposta la sospensione di 21 punti di prelievo di tamponi
rapidi condotti in condizioni igienico-strutturali carenti e
individuati 18 operatori che svolgevano l’attività privi del
Green pass. Il controllo negli ultimi 30 giorni ha interessato
1.360 farmacie e centri analisi, rilevando irregolarità presso
170 (il 12,5%) contestate 282 violazioni.
    Sono stati sequestrati complessivamente 677 kit per tamponi
rapidi risultati non idonei e l’estensione delle verifiche ha
inoltre consentito di accertare ulteriori violazioni connesse
con la regolare tenuta di farmaci e dispositivi medici,
eseguendo il sequestro di 650 confezioni di medicinali
defustellati e 25.300 mascherine facciali irregolari. I
controlli dei Carabinieri dei Nas sono stati avviati dal mese
scorso in tutta Italia principalmente per prevenire e
contrastare il fenomeno dei cosiddetti ‘falsi positivi’ “e
cioè soggetti già risultati positivi che si presentano presso un
punto di prelievo con la tessera sanitaria di un altro soggetto
no vax al fine di fargli ottenere, alla scadenza del periodo di
quarantena e successivamente a un test negativo effettuato da
quest’ultimo, il green pass”. Le 282 violazioni contestate sono
per uso di tamponi e kit reagenti non regolari i quali, non
rispettando gli standard richiesti, potevano fornire un
risultato inattendibile; mancata identificazione e registrazione
delle persone sottoposte a test nonché irregolarità nella
comunicazione delle risultanze nella piattaforma sanitaria
informatica; inadeguatezza delle figure professionali impiegate
nell’esecuzione dei tamponi, in quattro casi effettuati da
personale non qualificato e in altri casi privo del Green
pass obbligatorio; effettuazione dei test in ambienti non idonei
sotto il profilo igienico sanitario (androni di condominio, sottoscala, etc.), in locali promiscui o in totale assenza di
autorizzazione regionale, aumentando il rischio di contagio.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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