Nel 2023 sono stati 12.349 gli interventi del Soccorso Alpino

Nel 2023 il Soccorso Alpino e
Speleologico ha portato a termine 12.349 missioni di soccorso
per complessive 12.365 persone soccorse, di cui 7.622 feriti e
491 persone decedute. Negli ultimi 70 anni oltre 18.000 vittime
e 141.000 persone ferite recuperate dal Cnsas. Il Corpo effettua
soccorsi tecnici – sanitari e non – in ambiente montano, in
grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale con
7.000 operatori altamente specializzati. Le varie attività,
svolte con il Servizio Sanitario Nazionale/sistema 118, sono
state finalizzate a garantire il soccorso e l’assistenza
immediata ai soggetti infortunati, alle persone a vario titolo
in difficoltà, ai soggetti in imminente pericolo di vita o a
rischio di evoluzione sanitaria, alla ricerca e al soccorso dei
dispersi e al recupero dei caduti.
    Nel corso dello scorso anno il Soccorso Alpino e
Speleologico è intervenuto per 12.349 missioni di soccorso (dati
della Val d’Aosta compresi). Rispetto all’organico complessivo
del Soccorso Alpino e Speleologico, costantemente superiore ai
7.000 tecnici negli ultimi anni, nel 2023 sono state impegnate
in operazione di soccorso oltre 206 mila ore/uomo suddivise in
33.852 giornate/uomo. Il dato più significativo è, dunque,
quello dei 44.994 tecnici impegnati nelle varie missioni di
soccorso, volontari che garantiscono un’attività operativa 24
ore su 24, 365 giorni all’anno. Importante, in questo contesto,
anche l’impegno delle unità cinofile del Cnsas chiamate ad
operare 168 volte in eventi valanghivi e ricerca persone
disperse.
    Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre
fattori: la caduta/scivolata (45,9% degli interventi),
l’incapacità durante l’attività svolta (25,5%) e il malore
(12,1%). Seguono con valori decisamente più contenuti il
maltempo (4,3%) e lo shock anafilattico (0,50%).
    5.720 sono state le persone recuperate ferite in modo
leggero, 1.579 i feriti gravi, 323 i feriti con compromesse
funzioni vitali, 4.151 gli illesi (persone in difficoltà a causa
delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la
presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità
e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a
seguito) e 101 i dispersi.
    Il 49% degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico si
concentra nei mesi estivi, localizzati maggiormente nelle
regioni del Nord. L’identikit medio della persona soccorsa è
rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni. In 5.845
interventi il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto con
il supporto di un mezzo aereo.
    Due gli interventi di carattere nazionale e internazionale
che hanno caratterizzato l’operato 2023 del Soccorso Alpino e
Speleologico. A maggio, le squadre del CNSAS hanno effettuato
numerose operazioni di soccorso a seguito dell’alluvione che ha
colpito il territorio dell’Emilia-Romagna. A settembre, nella
serata di lunedì 11, si è invece concluso con successo il
recupero di Mark Dickey, lo speleologo statunitense rimasto
bloccato a circa 1000 metri di profondità nella grotta Morca, in
provincia di Mersin, in Turchia
   

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Fonte Ansa.it

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