(ANSA) – PARMA, 05 NOV – “La musica è pericolosa”. Lo diceva
Federico Fellini, lo ha ribadito Nicola Piovani, che ha
intitolato proprio così la “lectio doctoralis” tenuta oggi
all’Università di Parma per il conferimento della Laurea
magistrale ad honorem in Storia e Critica delle Arti e dello
Spettacolo. “Questa frase è un omaggio a Federico Fellini – ha spiegato
Piovani -. Lui diceva che la musica è una lingua pericolosa,
perché è una lingua che commuove, che dà emozione, in pratica
senza contenuti. In effetti la musica non racconta niente; non
ha sostantivi, non ha verbi, ha qualcosa di molto potente che
somiglia agli aggettivi e agli avverbi. Ci dice tanto sul come,
non ci dice nulla sul che. Questo Fellini lo viveva in modo così
forte che ne risentiva quasi fisicamente”. Per Piovani “la
potenza della musica, la forza di quello che può fare non
parlando di nulla è stata detta e scritta tante volte, da tanti
scrittori e pensatori, ma io penso – ha aggiunto il compositore
– che nessuna definizione possa essere più forte, più precisa e
più commovente di quella che ha dato Dante Alighieri nel XIV
canto del Paradiso, quando spiega l’effetto che la musica fa su
chi non distingue la nota”, ha concluso il Maestro, citando con
emozione il passo dantesco. Il rettore dell’Università di
Parma, Paolo Andrei, parlando del neo dottore, ha sottolineato
che “la sua è una vita nella e per la musica, a disegnare una
parabola straordinaria che ne fa uno degli artisti più rilevanti
del nostro tempo e un vero e proprio ambasciatore del nostro
Paese nel mondo”. Nella lectio doctoralis, Piovani ha
accompagnato il pubblico in un breve viaggio nella sua idea di
musica, soffermandosi tra l’altro sulle “grandi mutazioni” del
Novecento, con un’emozionante chiusa al pianoforte in cui le
parole hanno lasciato spazio alle note. In serata il secondo appuntamento di Nicola Piovani a Parma con,
al Teatro Regio, il concerto a ingresso gratuito promosso
dall’Università con il patrocinio del Comune di Parma. Il
Maestro Piovani sarà affiancato da cinque solisti dell’Orchestra
Aracoeli. (ANSA).
Fonte Ansa.it