Occorre avere talento per fare musica?

L’intelligenza artificiale (IA) non smette di stupire: dopo aver scritto un editoriale per il Guardian e pure un’opera teatrale, ora compone in autonomia anche canzoni – o per meglio dire, basi musicali. Il risultato è una musica ritmata e un po’ robotica, ancora ben lontana (viene da dire per fortuna) da quella prodotta dalla fantasia umana.

Negli ultimi anni sono nate decine di app che permettono ai propri utenti di sentirsi dei novelli compositori musicali: tra le più famose figurano Boomy e Voisey, che con qualche clic e pochi secondi di attesa consentono di creare motivetti orecchiabili, che possono poi esser modificati cambiandone il tempo, aggiungendo eco o cori e togliendo o inserendo strumenti musicali. Con Boomy sono state prodotte oltre cinque milioni di canzoni: il 5% della musica registrata nel mondo (secondo Boomy).

Guadagni facili? «L’85% dei nostri utenti non aveva mai composto musica prima», sottolinea Alex Mitchell, fondatore della californiana Boomy: «ora c’è chi guadagna anche 100 o 200 dollari al mese grazie alle royalties». Considerato che Spotify paga in media 0,004 $ per streaming, e che Boomy dà ai propri autori l’80% del totale che riceve dalla piattaforma, per raggiungere i 100 dollari al mese dichiarati da Mitchell i propri brani devono essere riprodotti più di 31.000 volte al mese. Non una cosa da poco!

Non la prima volta. L’uso della tecnologia in ambito musicale non è una novità, ma la differenza, spiega Mitchell, sta nel fatto che ora questi software-compositori sono più economici e dunque fruibili da chiunque. Già negli anni 80 del secolo scorso David Cope, compositore di musica classica, aveva sviluppato un software informatico capace di comporre brani musicali ispirati allo stile di Johann Sebastian Bach, pubblicando il risultato (5000 brani composti nel giro di pochi minuti) in un album intitolato “Bach by Design”. Più di recente, nel 2019, un altro compositore, Holly Herndon, aveva pubblicato un album prodotto in collaborazione con un sistema di intelligenza artificiale chiamato Spawn.

Eurovision per robot. L’uso dell’IA nell’ambito della produzione musicale è così diffuso che dal 2020 è stato indetto un concorso internazionale in stile Eurovision, durante il quale viene premiata la migliore canzone composta da umani e intelligenza artificiale. Certo la mano umana qui si sente, e i risultati sono ben diversi dalle basi prodotte da Boomy: la canzone vincitrice del contest 2021 si intitola “Listen to your body choir” e combina musica e parole (queste ultime scritte dagli artisti). Quanto ci vorrà per ascoltare un brano artificialmente intelligente a Sanremo?

Fonte Focus.it

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