“Il dovere del giornalista è
distinguere cosa è essenziale per la comprensione dei fatti da
ciò che è pura e semplice incursione nel dramma di genitori di
fronte a un figlio che ha commesso un crimine terribile. Un
dramma umano, quello del padre e della madre, che va
rispettato”. Lo dice Carlo Bartoli, presidente nazionale
dell’Ordine dei giornalisti, a proposito della diffusione delle
intercettazioni del colloquio in carcere tra il padre e Filippo
Turetta.
“Non è in gioco la terzietà del giudice – afferma Bartoli –
così come da quel colloquio non emerge alcun elemento rilevante
per le indagini e, quindi, di interesse pubblico”. “Serve rispetto per il dolore dei genitori di Turetta e
rispetto per il rinnovato e atroce dolore dei familiari della
vittima”, conclude il presidente dell’Ordine dei giornalisti.
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Fonte Ansa.it