(ANSA) – ROMA, 13 MAG – “Non abbiamo ucciso Serena, non siamo
stati noi”. E’ quanto ribadito, davanti ai giudici della Corte
d’Assise di Cassino, Anna Maria Mottola accusata, assieme al
marito Franco, ex maresciallo dei carabinieri di Arce, e al
figlio Marco, dell’omicidio di Serena Mollicone, uccisa il primo
giugno del 2001 nel centro del frusinate. Alla sbarra anche il
maresciallo Vincenzo Quatrale (concorso in omicidio) e
l’appuntato Francesco Suprano a cui è contestato il
favoreggiamento.
Nel corso dell’esame la donna ha sostanzialmente detto quanto
già dichiarato dal figlio nell’udienza dell’11 maggio scorso.
L’imputata, riferendosi alla porta della caserma di Arce dove
Mollicone, secondo l’accusa, è stata scaraventata rimanendo
priva di sensi, ha affermato “di non aver notato che quella sera
era stata tolta, non feci caso al fatto che era stata rimossa”. Secondo l’impianto accusatorio Serena venne colpita mentre si
trovava nella caserma e cadde priva di sensi a causa di alcune
fratture craniche: fu lasciata in quelle condizioni per
quattro-sei ore prima di essere uccisa dal nastro adesivo che
gli venne applicato sulla bocca e sul naso provocandone il
soffocamento. (ANSA).
Fonte Ansa.it