Lieve miglioramento delle vendite di
vino nella Grande distribuzione italiana nei mesi estivi che
portano il cumulato dei primi nove mesi di quest’anno, con un
tendenziale in volume a -3,4% (nel semestre la perdita era del
-3,9%) per un controvalore, sospinto dal caro prezzi, di 2,1
miliardi di euro che lascia la variazione a +3,4%. I vini fermi,
rileva l’Osservatorio Uiv-Ismea su base Ismea-Nielsen-IQ,
segnano un -3,9% nei volumi (+2,6% i valori) mentre risale la
tipologia spumanti, a +0,6% nelle quantità e a +6,2% nei valori
(a 455 milioni di euro).
Secondo l’analisi dell’Osservatorio, permane un atteggiamento
prudente dei consumatori tra gli scaffali, con acquisti “difensivi” che privilegiano i prodotti in promozione o alcune
tipologie più convenienti a scapito di altre. È il caso degli
spumanti low cost (“Charmat non Prosecco”, con 25 milioni di
litri acquistate), che hanno ormai superato nelle vendite in
volume anche il Prosecco Doc (24,8 milioni, comunque in
risalita) e che si stanno sempre più affermando non più solo nei
discount ma anche nei canali Iper e Super. Oppure denominazioni
importanti come il Chianti Classico (volumi a -13,2%), o ancora
il Prosecco Docg (-14,5%) che cedono quote a indicazioni
geografiche o vini comuni che propongono prezzi più accessibili.
Nel complesso, i listini rimangono alti (+7% sul pari periodo
2022). Tra le tipologie, in quantità fanno leggermente meglio
della media (-3,9%) i vini bianchi (-3%), i rosati (-3,6%)
mentre ancora in difficoltà risultano i rossi (-4,8%). Tra le Ig
(indicazioni geografiche), ancora segni meno per le principali
tipologie; tra i primi 10, solo il Vermentino di Sardegna, il
Puglia Igp e il Cannonau in dinamica positiva (+4%, +2% e +3%
rispettivamente in volume).
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Fonte Ansa.it