(ANSA) – ROMA, 20 OTT – Non solo smart working da casa con
le fasce orarie di operatività, contattabilità e disconnessione:
nella pubblica amministrazione potrebbe arrivare a breve il
lavoro da remoto, attività che si potrà fare fuori dalla sede ma
con vincoli precisi di orario e di luogo di lavoro. E’ quanto
emerge dalla nuova bozza di contratto per le Funzioni centrali
(ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici none economici ecc)
presentata dall’Aran ai sindacati. Viene inserito oltre al lavoro agile il lavoro da remoto
tra le altre forme di lavoro a distanza. “.Il lavoro da remoto –
si legge – può essere prestato anche, con vincolo di tempo e nel
rispetto dei conseguenti obblighi di presenza derivanti dalle
disposizioni in materia di orario di lavoro, attraverso una
modificazione del luogo di adempimento della prestazione
lavorativa, che comporta la effettuazione della prestazione in
luogo idoneo e diverso dalla sede dell’ufficio al quale il
dipendente è assegnato”. Il lavoro da remoto realizzabile con l’ausilio di
dispositivi tecnologici, messi a disposizione
dall’amministrazione – può essere svolto come telelavoro
domiciliare, che comporta la prestazione dell’attività
lavorativa dal domicilio del dipendente; altre forme di lavoro a
distanza, come il coworking o il lavoro decentrato da centri
satellite. Il lavoratore ha gli stessi obblighi derivanti dallo
svolgimento della prestazione lavorativa presso la sede
dell’ufficio, “con particolare riferimento al rispetto delle
disposizioni in materia di orario di lavoro” e sono naturalmente
garantiti tutti i diritti previsti dal contratto per il lavoro
svolto presso la sede dell’ufficio, con particolare riferimento
a riposi, pause e permessi orari. Per questa modalità di lavoro
non sono quindi individuate le tre fasce orarie previste per il
lavoro agile (operatività, contattabilità e inoperabilità).
(ANSA).
Fonte Ansa.it