Il pagamento tramite riconoscimento facciale sta rapidamente guadagnando terreno nel mondo del commercio, promettendo di trasformare il modo in cui i consumatori potranno completare le transazioni. Questa innovativa tecnologia, denominata FRPT (Facial Recognition Payment Technology) consente agli utenti di saldare il conto del ristorante o di acquistare i biglietti per il cinema semplicemente mostrando il proprio volto.
La sperimentazione è stata oggetto di un’indagine approfondita da parte della dottoressa Shasha Wang, del professor Gary Mortimer e del professor Byron Keating della Queensland University of Technology in Australia. La ricerca, pubblicata sul Journal of Retailing and Consumer Services, ha esplorato il livello di fiducia degli utenti verso questo nuovo metodo di pagamento, ma anche le loro preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza, nonché il rischio di effettuare spese incontrollate. D’altra parte, stiamo parlando di un mercato globale valutato circa 4,62 miliardi di dollari già nel 2022 e che si prevede possa crescere di quasi il 20% ogni anno fino al 2030.
Una questione di convenienza e fiducia
Nel dettaglio, uno dei principali punti di forza del FRPT è la sua capacità di semplificare ulteriormente il processo di acquisto, rendendolo più rapido e intuitivo. Secondo i ricercatori, infatti, i consumatori sono disposti a provare questa nuova tecnologia soprattutto quando credono che possa rendere lo shopping più comodo. Tuttavia, innescare un meccanismo di fiducia tra chi compra e chi vende è un fattore cruciale.
I clienti, infatti, si sentono più sicuri ad adottare il FRPT se il rivenditore è in grado di fornire informazioni chiare e dettagliate sui benefici e sulle misure di sicurezza adottate affinché le proprie immagini facciali vengano gestite in modo adeguato. Per questo motivo, è essenziale che i negozianti adottino strategie di comunicazione efficaci, sia servendosi di opuscoli sia di strumenti digitali online, come video esplicativi o servizi informativi.
Funzionano gli incentivi ma anche la familiarità con il venditore
Per incrementare l’adozione del FRPT, anche proporre degli incentivi può svolgere un ruolo determinante. Per esempio, lo studio dell’ateneo australiano ha rilevato che i consumatori sono più propensi a utilizzare il riconoscimento facciale per pagare se vengono offerti premi come punti fedeltà o sconti.
Ma a rivestire un ruolo importante è la familiarità che si nutre nei confronti del rivenditore: chi si sente a proprio agio con il negoziante è più incline a provare nuove tecnologie, soprattutto considerando che se i clienti sono soddisfatti delle modalità di pagamento esistenti, come il contactless o i pagamenti digitali, potrebbero essere meno motivati a cambiare le loro abitudini.
È emerso, infine, che anche il supporto durante la fase di prova del FRPT, con personale dedicato all’assistenza, può incoraggiare l’adozione di questa tecnologia.
Le sfide e le opportunità del pagamento con il riconoscimento facciale
Ma non è ancora finita: il pagamento tramite riconoscimento facciale dovrà affrontare, e vincere, anche altri tipi di sfide prima di raggiungere una diffusione più ampia. Stando allo studio, infatti, la principale preoccupazione dei consumatori è che la facilità di acquistare tramite questo metodo possa far loro perdere il controllo delle proprie finanze, portandoli a spendere più del dovuto. Per mitigare questo rischio, i ricercatori suggeriscono l’introduzione di avvisi automatici che informino l’utente al raggiungimento di determinate soglie di spesa, un provvedimento simile ai limiti imposti nelle transazioni contactless.
C’è infine un ultimo problema cruciale da superare: la sicurezza dei dati personali. Il rischio di violazioni e di uso improprio delle immagini facciali potrebbe infatti rappresentare un ostacolo significativo da valicare, ma anche in questo caso gli studiosi australiani suggeriscono una soluzione: i rivenditori dovranno investire in protocolli rigorosi e trasparenti, cercando di rassicurare i clienti attraverso una comunicazione chiara e accessibile.
Fonte Focus.it