(ANSA) – LONDRA, 12 APR – C’è anche il nome della consorte di
Boris Johnson, Carrie, fra le persone che Scotland Yard ha
deciso di multare nell’ambito delle indagini sul cosiddetto
Partygate per i ritrovi organizzati a Downing Street fra il 2020
e il 2021 in violazione delle norme Covid allora in vigore nel
Regno Unito. Lo ha confermato una portavoce, rendendo pubblico
il coinvolgimento anche della first lady – pur non trattandosi
di un’esponente di governo – “nel rispetto della trasparenza”.
La riesplosione dello scandalo sta intanto accendendo di
nuovo il dibattito sulle possibili dimissioni del primo ministro
conservatore, invocate a gran voce dalle opposizioni. Dimissioni
che alcuni osservatori tendono tuttavia a escludere nel pieno
della crisi scatenata dall’invasione russa dell’Ucraina. E che
anche uno dei deputati Tory ribelli più ostili a BoJo, Roger
Gale, il quale in passato non aveva esitato a chiederle, ha
affermato di ritenere al momento fuori questione. “Non possiamo
fare un favore a Putin”, ha tagliato corto Gale, né rischiare di
destabilizzare “il fronte degli alleati Nato” (in seno al quale
Johnson si è rilanciato nelle ultime settimane in veste di punto
di riferimento della linea dura nel sostegno a Kiev e nella
risposta a Mosca); pur non senza sottolineare come il premier
abbia il dovere di “ammettere ora di fronte al Parlamento le
violazioni” di legge commesse a Downing Street nell’ambito del
Partygate, violazioni che nei mesi scorsi aveva ripetutamente
detto di non aver colto. (ANSA).
Fonte Ansa.it