ANSA Lavoro – ROMA, 19 AGO – Il rapporto tra spesa
pensionistica ePil, che tra il 2019 e fino al 2022 è tornato ad
aumentare, con un picco del 17% del Pil nel 2020, è destinato a
ripiegare su un livello pari al 15,7% nel 2022, valore che è
oltre 0,5 punti percentuali di Pil superiore al dato del 2018.
Lo indica il Ministero dell’economia nel rapporto ‘Tendenze di
medio-lungo periodo del sistema pensionistico e
socio-sanitrario’, stimando per il 2023 che la spesa per
pensioni cresca “significativamente portandosi al 16,2% del
Pil”.
“Il deterioramento del quadro macroeconomico e l’impatto
dello shock sui prezzi delle materie prime produce effetti non
trascurabili sulla spesa per
pensioni”, rileva il rapporto. “A seguito del meccanismo di
indicizzazione”
delle pensioni all’inflazione, la spesa per pensioni nel
2023-2024 “aumenta di oltre 0,7 punti di Pil rispetto alla
precedente previsione”. In pratica di oltre 13 miliardi. Gli
effetti di tale “shock inflazionistico”, si stima, “vengono solo
lentamente riassorbiti” in un ventennio, con un aumento medio di
0,4 punti Pil.
Inoltre, se l’Italia dovesse trovarsi in uno scenario di
carenza di gas, la spesa per pensioni è destinata ad aumentare “velocemente, a causa dell’indicizzazione dei
trattamenti all’inflazione, di 0,7 punti nel 2023 e di 1 punto
di Pil nel 2024, attestandosi al 17,1% del Pil”. Se lo shock
fosse più severo e prolungato, la spesa aumenterebbe “ancor più
marcatamente” (+1 punto nel 2023 e +1,1 nel 2024), arrivando ad
attestarsi “su un livello massimo pari al 17,2% del Pil”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it