Per oltre 3 italiani su 4 la sanità
deve essere pubblica. E per il 90% deve essere una priorità del
Governo nella Finanziaria con il 37% che ritiene meriti il primo
posto. Sono questi alcuni dei risultati di un’indagine
dell’Istituto Piepoli per la Fnomceo, la Federazione nazionale
degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri presentata
al Convegno ‘I 45 anni del Servizio sanitario nazionale,
un’eccellenza italiana’. Per l’indagine sono state effettuate
interviste telefoniche e web su un campione di 1000 persone e su
300 medici.
Gli italiani tendono in maggioranza a promuovere il servizio
sanitario regionale, ma con grandi distanze territoriali. Al
Nord la soddisfazione è del 69%, al Sud e nelle isole del 41%.
Quello che è chiaro, per più di 3 italiani su 4, il 76%, è che
la sanità deve essere prevalentemente pubblica. In media, poi,
ad oggi gli italiani risparmiano il 10% delle proprie entrate
per le spese sanitarie, ma tanti (il 23%) vorrebbero ma non
riescono a farlo, tanto che ad oggi circa 3 milioni ammettono
che, quando devono usufruire di prestazioni sanitarie a
pagamento, rinunciano a curarsi. Sempre più cittadini sono
costretti a spostarsi in altre Regioni alla ricerca di centri di
eccellenza: il 63% percepisce questo problema con riferimento al
proprio territorio, con punte del 79% al Sud e nelle isole. Il
93% vorrebbe perciò un aiuto dallo Stato e oltre 8 persone su
10 vorrebbero un’organizzazione sanitaria che porti l’eccellenza
vicino al domicilio. La qualità dell’assistenza sanitaria è
largamente sufficiente (il 67% la reputa soddisfacente) e la
sanità è vista come un settore in grado di generare ricchezza,
sul quale investire, mentre la gestione dei servizi si ritiene
risponda più alle esigenze di bilancio che a quelle di salute.
“Oggi i cittadini chiedono allo Stato e alle Regioni di
lavorare insieme – spiega il presidente della Fnomceo, Filippo
Anelli – per superare le diversità di trattamento Nord-Sud, ma
anche centro e periferia. La sanità del futuro dovrà essere:
pubblica, partecipata, adeguatamente finanziata e con un numero
adeguato di professionisti”.
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Fonte Ansa.it