La programmazione racchiude tutte quelle attività di scrittura delle istruzioni da comunicare a un computer o a uno smartphone per fare in modo che esegua determinate operazioni.
Non è solo un sistema per interfacciarsi direttamente con la macchina ma è anche un modo per creare qualcosa di senso compiuto, che sia lineare e logico, ma che soprattutto sappia assolvere correttamente a una data funzione.
Oltretutto quello del developer è anche uno dei lavori del futuro; in un contesto produttivo sempre più orientato all’informatica, conoscere uno o più linguaggi di programmazione è sicuramente un vantaggio competitivo non indifferente.
Perché la programmazione è uno dei temi del futuro?
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Buona parte delle attività che vengono svolte quotidianamente hanno alla base l’informatica. Perciò non stupisce che i programmatori e gli sviluppatori di software siano già due delle figure professionali più ricercate degli ultimi anni.
Secondo un recente sondaggio condotto da AlmaLaurea, sembra che il tasso di occupazione dei laureati in discipline informatiche sia pari al 64,5%; i numeri crescono ulteriormente considerando anche la laurea magistrale, arrivando a toccare il 93,4% di laureati che ha trovato lavoro subito dopo aver conseguito il titolo di studio.
Nonostante il proliferare di questi corsi di laurea e delle specializzazioni in materia, il mercato ha un bisogno continuo di professionisti formati e competenti; quindi scegliere un percorso professionale del genere potrebbe essere già oggi un ottimo investimento per il futuro.
Quali capacità si sviluppano con la programmazione?
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Se lavorativamente parlando, la conoscenza di un linguaggio di programmazione è già un valore aggiunto; competenze del genere aiutano anche lo sviluppo di abilità che sono punti di forza anche nella vita di tutti i giorni. Secondo alcune ricerche chi studia programmazione è in grado di apprendere più velocemente, sviluppando capacità di comprensione e ragionamento migliori.
Un programmatore saprà anche muoversi più agilmente in ambito tecnologico, con un utilizzo migliorato di tutto ciò che è innovativo. Questo porta anche a studi e aggiornamenti continui su quelli che sono i trend per il futuro.
Studiare programmazione non garantisce solo un vantaggio competitivo nel mondo del lavoro ma permette lo sviluppo di abilità fondamentali per la crescita personale e la vita quotidiana
Un’altra delle doti di un developer è la pazienza e la grande concentrazione; due elementi fondamentali sia sul lavoro che sulle attività quotidiane. In un contesto del genere anche la cura per i dettagli risulta amplificata, con una spiccata propensione alla risoluzione dei problemi.
Un linguaggio di programmazione è come una seconda lingua: non stupisce, quindi, che un esperto in materia sviluppi anche abilità comunicative migliori.
Da che età si può iniziare a studiare programmazione?
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Non esiste un periodo ben definito della vita per iniziare a programmare. Generalmente è un percorso che si sviluppa per tappe, partendo dalle scuole superiori fino ad arrivare all’università.
In altri casi, invece, c’è chi si avvicina a questo mondo molto più avanti con gli anni, scegliendo corsi di formazione professionale per ripensare il proprio curriculum o specializzarsi in materia.
Secondo alcuni recenti studi, sembra che insegnare informatica e programmazione ai bambini potrebbe essere un modo per sviluppare le capacità di cui sopra e avviarli al mondo del lavoro in maniera divertente.
Iniziando a programmare da giovanissimi garantisce un apprendimento più veloce e molto più semplice; questo accade perché nei bambini il cervello apprende le informazioni molto più rapidamente.
Studiare informatica da bambini è un modo per avvicinarsi alla materia in un momento della vita in cui il cervello è estremamente reattivo e ricettivo, semplificando l’apprendimento della materia
Prendere confidenza col mondo della programmazione informatica è anche un modo per capire come funzionano le tecnologie utilizzate comunemente. Capire cosa c’è dietro al computer o agli smartphone è un modo per utilizzare consapevolmente tali tecnologie.
Riuscire a capire come vengono “costruiti” programmi e videogiochi utilizzati comunemente è anche un modo per imparare (ri)partendo dalla pratica; in questo senso studiare programmazione è un modo per provare sul campo ciò che si apprende e, magari, dedicarsi allo sviluppo di un proprio progetto.
Far avvicinare i bambini al development è anche un’utilissima ginnastica per il cervello; con lo studio di questi linguaggi i bambini imparano regole e strutture sintattiche nuove, capiscono come affrontare e risolvere i problemi, sbloccando di fatto il loro potenziale cognitivo.
Che competenze servono per diventare developer?
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Per diventare programmatore servono sicuramente competenze verticali orientate verso tutto ciò che riguarda il mondo dell’informatica. Esistono moltissimi linguaggi di programmazione e la conoscenza professionale di tutti è un discorso estremamente complesso.
Per entrare nel mondo del development, partendo da zero, alcuni dei linguaggi più ricercati al momento sono: JavaScript, Python, C++, SQL, Java, PHP, Typescript, GO, C#, HTML e CSS.
Il mondo dell’informatica è in continua evoluzione; riorientare il proprio curriculum in questo senso offre un grande vantaggio per l’inserimento nel mondo del lavoro
Questi rappresentano un’ottima base di partenza in grado di garantire un buon vantaggio competitivo nel mondo del lavoro. Parliamo di un settore estremamente mutevole e intercettare le tendenze dei prossimi anni è molto difficile; tuttavia, dato l’andamento del mercato si può presumere che i linguaggi appena citati saranno tra i più utilizzati almeno nel prossimo futuro.
Buona parte del discorso, però, deve essere ricondotta al contesto di riferimento; starà all’utente scegliere su quale linguaggio concentrarsi e riorientare il proprio Curriculum di conseguenza.
Per saperne di più: Quali sono i lavori del futuro che richiedono competenze tecnologiche e di sicurezza
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Fonte Fastweb.it