(ANSA) – PERUGIA, 18 MAR – Per la Procura generale di Perugia “non è dimostrato che l’attività collaborativa” dell’avvocato
Piero Amara “sia stata leale e piena, in quanto questi ha
taciuto fatti criminosi di particolare gravità”. Lo sottolinea
lo stesso Ufficio. “Nel procedimento in esame – scrive la
Procura – non sono state consultate alcune delle autorità
giudiziarie ove pendono i procedimenti a carico di Amara, per
cui non risulta dimostrato il presupposto della collaborazione”.
Amara è tra l’altro al centro dell’indagine della procura di
Perugia sulla presunta loggia Ungheria per la quale non è stato
raggiunto da alcun provvedimento restrittivo.
Le valutazioni sulla collaborazione di Amara sono collegate
alla decisione della Procura generale di Perugia di impugnare la
concessione della semilibertà.
“In primo luogo, nel procedimento in esame – si legge nella
nota diffusa dal procuratore generale Sottani – non sono state
consultate alcune delle autorità giudiziarie ove pendono i
procedimenti penali a carico del Sig. Amara, per cui non risulta
dimostrato il presupposto della collaborazione. Per di più,
l’emissione in questi stessi procedimenti di atti contenenti
l’avviso della conclusone delle indagini ipotizzano reati di
particolare gravità che smentiscono la tesi del tribunale”.
“Inoltre – sostiene ancora la Procura generale -, non è
dimostrato che vi sia stata una coerente dichiarazione
autoaccusatoria, perché in alcuni casi il Sig. Amara è stato
sottoposto ad indagini a seguito di dichiarazioni rilasciate da
altri soggetti. In definitiva, questa Procura generale ritiene
che dalle condotte tenute dal Sig. Amara nei procedimenti
penali, nei quali è attualmente sottoposto ad indagini, non
emerga la volontà di collaborazione, ma al contrario si sia in
presenza di una commissione sistematica di reati gravissimi, con
una disinvolta spregiudicatezza volta ad inserirsi in un
contesto criminale di destabilizzazione delle istituzioni e di
discredito e di sfiducia nel sistema giudiziario”. (ANSA).
Fonte Ansa.it