(ANSA) – BRESCIA, 13 MAG – Lo aveva detto nel corso del
processo che si era concluso con la sua condanna all’ergastolo e
Maurizio Tramonte lo ha ripetuto oggi nell’udienza nella quale
chiede la revisione del processo: “La mattina del 28 maggio 1974
non ero in piazza della Loggia a Brescia. Sono stato condannato
innocentemente per la strage di piazza Loggia, un reato
criminale e vigliacco. E io non sono né criminale, né
vigliacco”. Tramonte, 70 anni, condannato all’ergastolo per la
strage di piazza Loggia, è intervenuto oggi, in collegamento dal
carcere di Fossombrone, durante l’udienza davanti alla Corte
d’appello di Brescia e ha attaccato due testimoni del processo,
Vincenzo Arrigo e Domenico Gherardini. Il primo disse di aver
ricevuto da Tramonte la sua confessione circa la sua presenza in
piazza della Loggia. Il secondo che Tramonte gli riferì di
essere stato in moto, con una Ducati Scrambler effettivamente
posseduta in quel periodo dal condannato, alla riunione di Abano
Terme nella quale fu deciso l’attentato. “Con loro non ho mai
parlato di piazza della Loggia – ha dichiarato Tramonte -. Sono
due persone ignoranti e invidiose. Non è colpa loro, è la loro
natura”. “Hanno voluto costruire su di me un personaggio che non
esiste – ha poi concluso riferendosi ai pm dell’inchiesta
bresciana -. Anzi che esiste solo nelle loro teste”. (ANSA).
Fonte Ansa.it