Spopolano un po’ ovunque, dai siti di informazione alle bacheche dei social network, passando per piattaforme di streaming on demand come Spotify. Sono i podcast, vero e proprio fenomeno mediatico, forte della tecnologia da cui nasce e di cui si serve, della comodità del servizio e della sua fruizione, ma anche e soprattutto della potenza evocativa ed espressiva della voce.
Tanto che la figura del podcaster è sempre più ricercata e si inserisce tra i lavori del futuro.
E visto che il mondo del podcasting è un motore culturale con un potenziale enorme, per celebrare i tanti progetti di qualità che fioriscono e rafforzare la comunità di chi ascolta i podcast anche quest’anno gli Italian Podcast Awards premieranno i migliori podcast italiani. Organizzato da Tlon, il progetto fondato da Maura Gancitano e Andrea Colamedici, IlPod si ispira ai British Podcast Awards e agli Australian Podcast Awards.
Vediamo il perché del successo di questo format.
Che cos’è un podcast
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Con il termine podcasting si intende l’insieme delle tecnologie e delle operazioni relative alla trasmissione “radio” diffusa via Internet di fileaudio detti appunto podcast, che viaggiano e vengono distribuiti tramite un programma client detto feed reader (o aggregatore).
Detto in altri termini, si tratta di una risorsa mp3 (o mp4) fruibile in qualsiasi momento, perché scaricabile automaticamente su un lettore MP3 o smartphone, dalla piattaforma dove è stata caricata.
Oggi consideriamo podcast qualunque episodio audio fruibile online, sia esso composto da una trasmissione radio in differita o da un contenuto originale
Letteralmente podcast sta per Personal Option Digital Casting e deriva dall’unione “iPod” (il leggendario lettore multimediale di Apple) con “Broadcast”, la trasmissione di informazioni a un insieme di riceventi non prestabilito.
Con la radio condivide il linguaggio sonoro come mezzo principale per la creazione di contenuti. Ma se la radio funziona tramite segnali elettromagnetici diffusi nell’etere, il podcast sostituisce quel segnale con una elaborazione numerica del suono, diventando così un file audio condivisibile.
Origine e storia del podcast
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La nascita del termine podcasting accreditata maggiormente risale al 2004, quando il giornalista Ben Hammersley sul The Guardian, scrive un pezzo dal nome Audible Revolution, in cui cerca di definire una nuova tendenza alla trasmissione di file audio in formato MP3 con un palinsesto organizzato, coniando la parola podcast.
Il fenomeno esplode a livello mondiale, tanto che nel 2005 “podcast” viene eletta parola dell’anno dal New Oxford American Dictionary. Intanto Steve Jobs annuncia sui nuovi iPod una funzione specifica per collezionare podcast. Quando nel 2007 presenta l’iPhone, la diffusione di questo mezzo di comunicazione raggiunge il pieno potenziale.
Da quel giorno, questo formato sonoro ha incontrato un pubblico sempre più ampio, fino ad oggi in cui vediamo spuntare quotidianamente nuove trasmissioni piene di contenuti interessanti
Da allora ad oggi l’interesse verso questo strumento si è mantenuto alto. Uno dei pionieri è Adam Curry, VJ di MTV che negli Stati Uniti fu tra i primi ad essere online con il suo sito personale di podcasting, e per questo motivo venne soprannominato il podfather.
Dopo un triennio di calo, nel 2017 il mezzo torna a calamitare l’attenzione in modo crescente, imponendosi come fenomeno di massa internazionale a partire dalla primavera del 2020, con la pandemia di Covid-19 che ci ha visti costretti nelle nostre abitazioni. Da due anni a questa parte il podcast si è consacrato come fonte di informazione e svago.
L’ascolto dei podcast in Italia
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L’ultima ricerca di Ipsos stima che gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto nel 2022 quota 36% (circa 11,1 milioni di utenti tra i 16-60enni, ben 1,8 milioni in più rispetto ad un anno fa), con una crescita significativa rispetto al 31% del 2021. Un pubblico marcatamente giovane (43% di under 35).
Quattro persone su dieci dichiarano di ascoltare più podcast rispetto ad 1 anno fa e l’opinione rispetto a questo format è migliorata: un segnale di adesione sempre più forte che risponde al bisogno di contenuti di qualità.
Non è un caso che i grandi colossi digitali abbiano iniziato una corsa per prendersi fette consistenti di mercato, tanto che si è arrivati a parlare di guerra dei podcast
Il podcast in Italia è in robusta salute dal punto di vista della capacità di attrarre e interessare il pubblico, sta acquisendo una sua collocazione nelle abitudini media e rappresenta un’opportunità preziosa per il mondo editoriale e dell’intrattenimento poiché offre un’esperienza di fruizione attenta, coinvolta, immersiva, protetta.
I perché del successo
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Le ragioni alla base del successo di questo formato sono diverse.
Il podcast si è affermato come prodotto-servizio d’ascolto che ha beneficiato maggiormente nel panorama della fruizione dei media grazie al contestuale affermarsi dello streaming online, con il quale condivide una caratteristica vincente, ovvero la comodità.
Un ascolto che avviene soprattutto a casa, ma anchein macchina, sui mezzi di trasporto e camminando. E in modalità multitasking, mentre si sta facendo qualcos’altro, come lavorare, fare le faccende di casa, allenarsi e via dicendo.
Del resto, lo smartphone è il dispositivo più usato per ascoltare podcast (72%), anche se una quota di ascoltatori trova occasioni di consumo associabili ad altri dispositivi, come computer (39%), tablet (25%) e nuovi dispositivi digitali come smart speaker (12%), smartwatch (7%) e console (7%).
È un ascolto medio traducibile in circa venti-trenta minuti alla settimana, ghiotta possibilità per i siti di informazione che mettendo a disposizione un podcast possono aumentare il tempo di permanenza sul sito degli utenti.
Il podcast è un format comodo e veloce, che nasce sia dalla voglia di informazione, sia da quella di intrattenimento. Il podcast è infotainment
In più, nella stragrande maggioranza dei casi la fruizione è gratuita e il contenuto è la replica di programmi radiofonici (Radio 24 e La Zanzara, da anni, sono molto avanti su questo fronte), ma esistono anche podcast più esclusivi, a pagamento, reperibili su piattaforme di ascolto con abbonamenti ad hoc.
Sui siti di informazione nazionali e sulle pagine social funzionano anche prodotti originali e quotidiani (o settimanali) come quello dedicato a temi di cultura e società Muschio Selvaggio o come quello di storia e divulgazione del professore Alessandro Barbero (disponibili su Spotify).
Inoltre, i podcast sono un perfetto “contenitore” per gli audiolibri, non certo da oggi.
Per saperne di più: Cos’è un podcast e come funziona
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Fonte Fastweb.it