Sei mesi dopo la tragica morte di
Matthew Perry a Los Angeles, la polizia della città e la Drug
Enforcement Administration (Dea) federale hanno aperto
un’inchiesta congiunta per appurare come l’attore sia potuto
entrare in possesso di tutta la chetamina che gli è stata
trovata in corpo e che, secondo l’esame del medico legale, ne
avrebbe provocato il decesso. Lo ha appreso l’Hollywood
Reporter.
Il rapporto del coroner attribuisce agli alti livelli
dell’anestetico l’effetto combinato di sovrastimolazione
cardiaca e depressione respiratoria che sarebbero stati fatali
all’attore di Friends. Si sa che la star di ‘Friends’ si
sottoponeva a infusioni di chetamina per tenere a bada problemi
di salute mentale tra cui la depressine, l’ansia e le dipendenze
da alcol e droga. L’ultima flebo gli sarebbe stata fatta una
settimana e mezza prima della morte e secondo l’autopsia non
poteva esser stata quella fatale, dal momento che l’anestetico
viene smaltito dall’organismo in tre o quattro ore. Perry è
stato trovato morto a faccia in giu’ nell’acqua della jacuzzi di
casa sua il 28 ottobre. L’attore aveva 54 anni.
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Fonte Ansa.it