(ANSA) – ROMA, 23 GEN – Il presidente della fondazione creata
dal padre di Anne Frank, John Goldsmith, critica duramente
l’inchiesta che secondo i suoi autori avrebbe portato
all’identificazione di uno sconosciuto notaio ebreo, Arnold van
den Bergh, come colui che nel 1944 rivelò dove si nascondeva la
celebre autrice del ‘Diario’, poi uccisa nel campo di
Bergen-Belsen.
Per Goldsmith, citato dal giornale svizzero Blick am Sonntag,
la ricerca condotta da un team che comprende l’ex agente Fbi
Vincent Pankoke nonché una ventina tra storici, criminologi ed
analisti dati è “piena di errori” e non offre prove convincenti.
Il libro con i risultati della ricerca è uscito martedì scorso.
“Non è stata prodotta alcuna prova – attacca il presidente
dell’Anne Frank Fund -. Seminare un’affermazione che poi diventa
oggetto di pubblica discussione è un’azione che rasenta la
teoria del complotto. L’affermazione è ‘Ebrei tradivano ebrei’.
Quello solo resta ed è inquietante”. (ANSA).
Fonte Ansa.it