Un giovane attivista curdo, è
stato ucciso dalle forze di sicurezza a Karaj, circa 30 km a
ovest di Teheran, dopo avere gridato slogan anti governativi per
la strada e avere invitato la popolazione a commemorare Mahsa
Amini, la 22enne di origine curda morta il 16 settembre del 2022
dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché
non portava il velo in modo corretto. Lo rendono noto la ong,
con sede in Norvegia, ‘Hengaw’ e altri media locali.
L’uomo, originario della provincia di Kermanshah, è morto
dopo essere stato colpito da quattro colpi di arma da fuoco
sparati dalle forze di sicurezza. Secondo l’agenzia della
magistratura iraniana ‘Mizan’, Bagheri – questo il suo nome –
aveva minacciato le persone che stavano accanto a lui con un
machete e ferito due agenti di polizia mentre tentavano di
arrestarlo, per questo motivo le forze dell’ordine hanno sparato
contro il giovane. Dopo avere appreso la notizia della morte, la
famiglia di Bagheri si è recata a Karaj ma le autorità si sono
rifiutate di mostrare il cadavere ai parenti, riferisce Hengaw.
Mentre in tutto il Paese sale la tensione, con proteste e
slogan, la famiglia di Mahsa sta
ricevendo molte pressioni e minacce per annullare la
commemorazione della figlia nel primo anniversario della sua
morte, secondo quanto fatto sapere il portale dei giornalisti
iraniani all’estero ‘Iran Wire’. La famiglia aveva fatto sapere
di volere tenere una cerimonia “religiosa e tradizionale”
sulla tomba della ragazza in un cimitero di Saqqez.
Nel Paese sale così la tensione mentre si moltiplicano le
proteste con slogan contro il regime.
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Fonte Ansa.it