Il presidente russo Vladimir Putin ha
firmato un decreto – con effetto immediato – per aumentare il
numero dei militari nelle forze armate russe di quasi 170mila
persone, pari a circa il 15%. “L’aumento dell’organico a tempo
pieno dell’esercito è dovuto alle crescenti minacce al nostro
Paese legate all’operazione militare speciale e alla continua
espansione della Nato”, si legge nel decreto. Secondo quanto
precisato dal ministero della Difesa, non è tuttavia prevista la
mobilitazione in relazione a questo decreto.
Secondo il documento citato dalla Tass, l’organico delle
forze armate è fissato a 2.209.130 persone, di cui 1.320.000
militari. Nel precedente decreto, invalidato da questo nuovo
documento, la cifra era di 2.039.758 persone, di cui 1.150.628
militari.
A seguito della pubblicazione del decreto, il ministero della
Difesa russo ha precisato che “non è prevista alcuna
mobilitazione” in relazione alla decisione del presidente russo,
sottolineando che “l’aumento del numero del personale militare
delle Forze Armate della Federazione Russa verrà attuato
gradualmente con i cittadini che esprimono il desiderio di
prestare il servizio militare sotto contratto”.
Il ministero ha spiegato che l’aumento del personale è legato
alla guerra in Ucraina e all’espansione della Nato: “Le forze
armate congiunte dell’Alleanza vengono rafforzate vicino ai
confini della Russia, vengono dispiegate ulteriori armi di
difesa aerea e d’attacco. Il potenziale delle forze nucleari
tattiche della Nato aumenta” ed “entro la fine del 2025, gli
Stati Uniti intendono sostituire 200 bombe nucleari obsolete” in
Europa e in Turchia “con una nuova versione ad alta precisione”.
Nelle condizioni attuali, “un ulteriore aumento della forza di
combattimento e delle dimensioni delle forze armate è una
risposta adeguata alle attività aggressive del blocco Nato”,
sostiene il ministero.
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Fonte Ansa.it