Renato Zero, la politica oggi non parla più alla gente

(ANSA) – ROMA, 23 SET – Una festa lunga sei sere. Per quella
che doveva essere la celebrazione per i 70 anni e che, causa
pandemia, è diventata quella per i 70+2. Ma l’attesa non ha
intaccato l’entusiasmo di Renato Zero, felice ed emozionato come
un bambino il giorno di Natale di tornare sul palco, in mezzo ai
suoi sorcini, fedeli da più di 50 anni. “E’ come riprendere gli
studi dopo averli abbandonati anzitempo. Il palcoscenico è una
realtà impegnativa, laddove ci si distacca anche per poco devi
ricominciare con la postura, con la stabilità emotiva. Ma la
pompa me regge ancora e ne approfitterei”, dice con quel suo
tono sempre ironico poco prima di salire sul palco per quelle
che promette saranno tre ore di musica, ma anche di vita, di
emozioni condivise, di speranze.
    “La fiducia e la stima che ottengo dal pubblico è la risposta
migliore per la mia presenza qui. Da me hanno bisogno di cibo,
di un supplemento che li aiuti a superare i momenti difficili.
    Anche se io spesso ho affondato il coltello nella piaga,
confrontandomi con la solitudine, con l’inquietudine. Come tanti
prima di me: Guccini, De André, De Gregori, Leonard Cohen, Bob
Dylan. Non voglio avvicinarmi a quelle vette, ma un bravo
artista ha il dovere di inserirsi nelle problematiche
esistenziali”.
    I sei concerti romani cadono a cavallo delle elezioni
politiche. “La coincidenza non mi ha toccato minimamente. Anche
io sono stato votato dai miei fan e rimango qui sei sere”. E
Renato non si tira indietro, su quello che è e su quello che
potrebbe essere. “Stavamo tanto bene con Draghi che finiva il
suo mandato. Che fretta c’era di votare? Qualcuno voleva
lasciare in tutta fretta? Andiamo al voto come se facessimo la
schedina del totocalcio, senza conoscere nessuno. Abbiamo avuto
Almirante, Togliatti, Nenni, Saragat, politici che si facevano
conoscere nel bene e nel male. La forza di quell’Italia lì era
nei politici che andavano nelle borgate, che dialogavano. Ora
trovo offensivo che dopo un mandato abbiano la pensione. E che
dall’altra parte si paghino bollette da 600 euro. Vogliamo la
pace e un governo che consideri le esigenze degli operai, degli
studenti. Non si può scegliere se comprare il pane o pagare il
gas”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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