Resta il nodo asset russi, al G7 finanze solo unità di intenti

Al momento è una dichiarazione
d’intenti: il G7 è unito nell’obiettivo di sostenere l’Ucraina e
di farlo massimizzando i potenziali proventi dagli asset russi
congelati. Ma per tradurre le parole in fatti servirà uno sforzo
per restare dentro le regole del diritto internazionale. Un
lavoro approfondito ancora tutto da finalizzare, in vista del G7
dei capi di governo di metà giugno. I tempi sono stretti, le
problematiche non mancano e in più Mosca ha minacciato
ritorsioni.
    Al termine della ministeriale finanze a Stresa i responsabili
economici dei sette grandi sono riusciti ad evitare fratture
esplicite. Il comunicato conclusivo parla di “progressi”, senza
però fornire dettagli, e di “ulteriori” sanzioni contro la
Russia per indebolire finanziariamente l’azione di Putin.
    L’ipotesi è quella di un prestito a Kiev garantito dalle nuove
cedole sui beni russi immobilizzati, che potrebbe essere gestito
dalla Banca mondiale, per assicurare aiuti finanziari anche per
il prossimo anno. Soddisfatto il ministro delle Finanze ucraino,
Sergii Marchenko, ospite dei lavori, che però lancia l’allarme
sull’ammanco di 10-12 miliardi con cui il governo dovrà fare i
conti nel 2025, se la guerra andrà avanti con questa intensità.
    I passi avanti ci sono, ha assicurato il padrone di casa del
vertice, il ministro Giancarlo Giorgetti, ma la partita non è
ancora “finalizzata” per le “problematiche di tipo tecnico e
legale”. Il nodo lo ha spiegato chiaramente il governatore della
Banca d’Italia Fabio Panetta: bisogna “valutare i pro e i
contro”, perché “vi possono essere ripercussioni sul
funzionamento del sistema monetario internazionale”, con rischi
di “indebolimento di una importante arma di pressione per il
rispetto del diritto in futuro”.
   

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Fonte Ansa.it

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