Rifiuti elettronici, il riscaldamento istantaneo come metodo efficiente di riciclo

I rifiuti elettronici o eWaste non sono solo un inquinante importante nelle discariche, ma anche un enorme spreco di risorse utili. Gli ingegneri della Rice University hanno ora dimostrato che i metalli preziosi e i minerali delle terre rare contenuti nei dispositivi elettronici possono essere recuperati riscaldando rapidamente la parte elettronica con una scossa.

La ricercadi telefoni sempre più nuovi e alla moda rende i rifiuti elettronici il flusso di rifiuti in più rapida crescita al mondo, con 59 milioni di tonnellate generate solo nel 2019.

Se ripulire l’ambiente non è abbastanza motivante, allora forse l’incentivo finanziario lo sarà: si stima che tutti quei laptop, tablet e iPhone scartati contengano decine di miliardi di dollari di metalli preziosi come oro, argento, rame e platino. Sfortunatamente, meno del 20% dei rifiuti elettronici del mondo viene riciclato, quindi il team di Rice ha deciso di rendere questo processo più semplice e meno costoso.

In lavori precedenti i ricercatori hanno dimostrato una tecnica chiamata “riscaldamento joule istantaneo”, che prevede scosse elettriche della durata di millisecondi che riscaldano i materiali a temperature elevate. Originariamente il team lo utilizzava per creare grafene dai prodotti di scarto e in seguito convertiva il carbonio da quasi tutte le fonti in grafene o diamante alternando la lunghezza della scossa.

Per il nuovo studio, il team ha rivolto la propria attenzione al problema dei rifiuti elettronici. Hanno iniziato macinando vecchi circuiti stampati scartati in polvere, quindi hanno fatto esplodere il mix per riscaldarlo a 3.127° C. Questo vaporizza i metalli e i vapori vengono quindi convogliati in una trappola fredda dove si ricondensano in metalli solidi. Da lì, i metodi di raffinazione comuni possono separare i metalli specifici per l’uso.

Il team afferma che questo processo può recuperare oltre il 60% di oro in un campione e oltre l’80 percento di argento, palladio e rodio. Rimuove anche metalli pesanti tossici come cromo, arsenico, cadmio, mercurio e piombo, che possono sciogliersi nell’ambiente dai rifiuti elettronici nelle discariche.

È importante sottolineare che i ricercatori affermano che il processo è efficiente dal punto di vista energetico. Consuma circa 939 kWh per tonnellata di materiale lavorato, ovvero un 80esimo della quantità consumata dalla fusione commerciale e un 500esimo di quella dei forni.

“Qui, la più grande fonte di rifiuti in crescita diventa un tesoro”, afferma James Tour, il ricercatore a capo dello studio. “Questo ridurrà la necessità di andare in tutto il mondo per estrarre minerali in luoghi remoti e pericolosi, spogliando la superficie della Terra e usando risorse idriche. Il vero tesoro è nei nostri cassonetti”.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications. 

Fonte Fastweb.it

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