Rischi e opportunità, il mondo del lavoro nel metaverso

Lo smart working potrebbe essere un passaggio intermedio verso una nuova era del lavoro caratterizzata dal metaverso, con diverse aziende già all’opera per applicare la tecnologia più immersiva a contesti professionali. Gli esperti di sicurezza, però, ammoniscono sui pericoli di un ‘darkverse’, cioè di un nuovo luogo di riferimento per lo svolgimento di attività criminali.

“Certamente le tecnologie abilitanti il metaverso miglioreranno il lavoro a distanza nell’ottica di una maggiore immersività, dunque verosimiglianza con l’esperienza fisica, riducendo gli spostamenti verso i luoghi di lavoro, dunque l’impatto sull’ambiente e sulla salute dell’uomo – spiega Vincenzo Cosenza, fondatore in Italia del primo Osservatorio sul metaverso – Ci sono già casi concreti come l’uso a livello industriale di Microsoft HoloLens o di Google Glass Enterprise.

Ma ci vorrà tempo però perché ancora la tecnologia è costosa e non alla portata di tutte le aziende”.Secondo una recente ricerca di Regus, due terzi dei manager britannici intervistati crede che il metaverso diventerà una piattaforma di interazione lavorativa consolidata. La stessa fetta è convinta che nel giro di qualche anno la propria impresa sarà declinata sugli scenari 3D a cui accedere con visori e occhialini.

Di certo servirà formare persone specializzate, anche nella comprensione dei rischi connessi al cybercrime. Gli esperti di sicurezza di Trend Micro parlano di darkverse, il “lato oscuro” del metaverso, un nuovo luogo di riferimento per attività criminali. Questi ultimi potrebbero cercare di compromettere gli spazi gestiti dagli operatori di infrastrutture critiche con l’obiettivo di compiere sabotaggi o estorsioni di sistemi industriali. Oppure potrebbero provare “l’assalto agli avatar”, la nostra futura interfaccia in questo universo digitale, già segnalato in alcune occasioni.

Fonte Ansa.it

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