“Si avviano a conclusione le
Olimpiadi che hanno segnato un nuovo salto di qualità
nell’attacco alle donne”. Lo afferma la ministra per la
Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella in
un post su Facebook. “Nel cuore dell’occidente – scrive
Roccella -, un’atleta afghana della squadra dei rifugiati è
stata squalificata per aver mostrato la scritta ‘Liberate le
donne afghane’ al termine della sua prova. E, a proposito delle
polemiche che hanno accompagnato le competizioni di boxe
femminile, il presidente del Comitato Olimpico Thomas Bach ha
affermato che non ci sarebbe un sistema ‘scientificamente
solido’ per distinguere uomini e donne. Due facce della stessa
medaglia, che non è certo una medaglia olimpica ma è quella di
un nuovo patriarcato che attacca le donne colpendole
nell’identità, cioè non riconoscendo la realtà del corpo
sessuato”.
” E’ invece proprio sul corpo delle donne che – aggiunge
Roccella – in tante parti del mondo, come in Afghanistan, si
esercita l’oppressione più feroce, è per il loro corpo che le
donne vengono private dei diritti e delle libertà fondamentali.
Mettere in discussione il binarismo sessuale rischia di essere
un potente avallo a tutto ciò. Supponiamo che a questo punto,
per coerenza, dalle prossime Olimpiadi il Cio scioglierà la
squadra dei rifugiati, che dopo la squalifica dell’atleta
afghana rischia di diventare un esercizio di ipocrisia, e
soprattutto abolirà la distinzione tra gare maschili e gare
femminili, unificando le competizioni in un unico genere ‘neutro’. Perché se si nega la possibilità di distinguere ‘scientificamente’ i maschi dalle femmine – conclude -, è
evidente che le categorie maschili e femminili, e con esse le
gare sportive per le donne, perdono totalmente di senso”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte Ansa.it