Nella pratica “dell’utero in affitto
ci sono diverse figure nella contrattualizzazione: la donatrice
di gameti, l’eventuale partner della madre surrogata, il centro
di fecondazione assistita in cui si esegue il concepimento in
vitreo, la biobanca che fornirà gli ovociti, lo studio legale
che seguirà le pratiche medico giuridiche, dalla stipula del
contratto alla cittadinanza del nascituro, ed infine l’agenzia
che organizza il tutto, compresi gli eventuali contatti tra le
diverse figure coinvolte, i viaggi ed i soggiorni. Quindi è
evidente che si tratta di un vero e proprio sistema commerciale
che richiede una organizzazione complessa e rodata che implica
necessariamente costi notevoli”. Lo ha detto la ministra per la
Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella nel
suo intervento alla Conferenza Internazionale per l’abolizione
universale della surrogazione di maternità, ospitata nella sede
dell’università Lumsa di Roma.
“Si tratta di procedure e protocolli medici – ha aggiunto la
ministra – insieme all’impegno di diversi professionisti
specializzati che evidentemente devono essere pagati per il loro
lavoro. Per questo quando si parla di surroga altruistica,
cercando di distinguerla da quella commerciale, deve essere
chiaro che l’unica persona che può non essere pagata
paradossalmente, o magari essere pagata attraverso un rimborso,
può essere proprio la madre surrogata. La gratuità dell’intera
operazione è impensabile perchè il resto del sistema non può
funzionare se non è pagamento. Quindi quando parliamo di Gpa,
Gestazione per altri, in realtà parliamo di una contraddizione
in termini”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte Ansa.it