(ANSA) – MILANO, 17 OTT – E’ “forte, debordante, dirompente
l’effetto dell’ordinanza” con cui i giudici della settima penale
di Milano, lo scorso novembre, hanno dichiarato “inutilizzabili”
le dichiarazioni delle giovani testi nei processi sul caso Ruby, “sulla tenuta stagna degli elementi” portati dalla Procura per
contestare l’accusa di corruzione in atti giudiziari, che viene
così “demolita”. Lo ha spiegato, all’inizio della sua arringa
difensiva, l’avvocato Federico Cecconi, uno dei legali di Silvio
Berlusconi, imputato, assieme ad altre 28 persone tra cui
numerose cosiddette ‘olgettine’, nel processo Ruby ter.
“Noi non siamo certo privi di argomentazioni forti sul punto
della estraneità all’imputazione del dottor Berlusconi”, ha
chiarito Cecconi, precisando, però, che la sua discussione non
poteva non partire proprio dall’ordinanza del collegio
presieduto da Marco Tremolada che nel corso del processo ha in
sostanza ‘cancellato’ le dichiarazioni delle giovani, che
avrebbero detto il falso nei processi. E ciò, per la difesa, ha
influito in modo “dirompente” anche sul reato di corruzione
collegato.
Quell’ordinanza, infatti, ha spiegato l’avvocato, “dice in
modo insuperabile che tutte le odierne coimputate di Berlusconi
almeno dalla primavera del 2012” andavano già indagate per
presunta corruzione e quindi dovevano essere sentite nei
processi come testi con l’assistenza di avvocati. E se ora
vengono meno le presunte false testimonianze, secondo la difesa,
viene meno anche l’imputazione di corruzione. “Con questa
ordinanza non solo viene meno la falsa testimonianza, ma anche
la corruzione in atti giudiziari”, ha concluso il legale.
(ANSA).
Fonte Ansa.it