(di Francesco Gallo) (ANSA) – BARI, 25 MAR – Un rilassato Gabriele Salvatores,
dopo la proiezione di NIRVANA al Bif&st, si lascia andare a una
master class al Teatro Petruzzelli in cui racconta di Oscar,
malattia e paura della creatività e in cui la persona più citata
è il suo personale analista.
“Nel 1980 – racconta il regista – ho avuto una malattia e il
medico, che mi aveva dato quattro o cinque anni di vita, mi
disse telegrafico: ‘Cerca di mettere a posto le sue cose’. Per
fortuna si era sbagliato, ma da allora decisi che dovevo fare
tutto quello che volevo. Lì per me è scattato un altro modo di
vivere e il cinema è diventato il mio sostitutivo della realtà”.
E ancora il regista sul premio Oscar vinto da lui nel 1991 per
MEDITERRANEO: “Non so se lo meritavo davvero. È stata un po’ una
botta di fortuna, mi ha andata bene, un po’ come morso del ragno
che ti fa diventare da un momento all’altro Spiderman. Ero
esattamente uguale al giorno prima, ma la gente ormai da me si
aspettava tutt’altro. Ho usato così questo particolare
superpotere per fare film che in Italia non ti lasciano mai
fare. Una cosa che mi ha permesso sempre più di alzare
l’asticella della mia creatività”.
Sempre sull’Academy Award, ha continuato poi a Bari Salvatores
dove presenterà IL RITORNO DI CASANOVA dal 30 marzo in sala con
01 con Tony Servillo e Fabrizio Bentivoglio: “Questa statuetta
ha tante regole. Intanto non la puoi cedere, né vendere perché
l’Academy, in caso, potrebbe sempre chiedere di restituirla. Io
così per anni non l’ho neppure tenuta in casa, l’avevo messa in
banca. Solo da poco l’ho collocata sulla mia libreria. È molto
pesante ed è così perfetta per fare da sostegno ai libri”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it