Scala: Muti coi Wiener, questa è casa Toscanini

(ANSA) – MILANO, 11 MAG – Ogni ritorno alla Scala di Riccardo
Muti è un evento. E non ha fatto eccezione il concerto di questa
sera con i Wiener Philharmoniker. E non solo perché sarà
trasmesso dalla Rai a luglio per celebrare i suoi ottant’anni. O
perché si è tenuto l’11 maggio, a 75 anni esatti dal concerto di
riapertura del teatro dopo i bombardamenti e la ricostruzione
che segnò anche il ritorno di Arturo Toscanini.
    Allora Toscanini non volle discorsi ufficiali, come ieri non
ci sono stati discorsi, ma ha parlato solo la musica nel
concerto dell’orchestra della Scala diretta da Riccardo Chailly
per la riapertura al pubblico dopo 199 giorni di limitazioni
anticovid. Oggi invece Muti ha preso la parola prima del bis per
dire che “la musica è una missione” e per assicurare, dopo le
polemiche , che il fatto di esibirsi l’11 maggio al 75mo della
riapertura è solo “una coincidenza”. D’altronde, ha ricordato,
lui aveva eseguito l’esatto concerto di Toscanini quando era
direttore musicale in “questa che sarà sempre la sua casa” nel
1996 per il 50mo anniversario. “Sono felice di vedere tutti qui i nostri due direttori
musicali italiani” ha detto il sovrintendente Dominique Meyer,
dopo questa due giorni di concerti straordinari diretti da
Chailly e Muti e soldout a pochi minuti dalla messa in vendita
dei biglietti. “Io li voglio tutti. Non c’è concorrenza fra i
maestri, questo è il luogo naturale dove esibirsi”. E
soprattutto Meyer vorrebbe Muti a dirigere un’opera a Milano.
    “Gli ho fatto delle proposte, speriamo abbia voglia di tornare’
ha aggiunto. Dal 2005 infatti Muti a Milano ha diretto solo
orchestre ospiti ma mai l’ensemble scaligero, e mai in buca. Stasera però il pubblico è stato ben felice di ‘accontentarsi’
del maestro alla direzione di una delle migliori orchestre del
mondo, con cui festeggia i 50 anni di collaborazione. L’inizio
è stato con Meeresstille und glückliche Fahrt di Mendelssohn,
seguito dalla sinfonia n. 4 di Schumann e dalla sinfonia n. 2 di
Brahms. E poi come bis un omaggio austriaco con lo struggente Kaiser Walzer di Johann Strauss. Un “messaggio di speranza”
nella melanconia di un mondo che finisce mentre si affaccia, ha
spiegato Muti, l’alba del Novecento. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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