Il Regno Unito è al centro di un progetto che potrebbe trasformare la lotta agli incendi boschivi. Un team di scienziati, ingegneri e vigili del fuoco sta infatti lavorando a una soluzione che prevede l’impiego di sciami di droni a guida autonoma per rilevare e spegnere focolai prima che si trasformino in devastanti incendi. Ancora in fase di test, il progetto mira all’utilizzo di gruppi di apparecchi, fino a 30 unità, coordinati da un’intelligenza artificiale.
L’obiettivo dell’iniziativa – figlia dalla collaborazione tra l’Università di Bristol e Windracers, una compagnia britannica specializzata in velivoli senza pilota – non è però solo quello di prevenire disastri naturali, ma anche di proteggere l’ambiente e di ridurre i rischi per i soccorritori umani.
Tecnologia avanzata. La chiave del progetto è nella capacità dei droni di agire in autonomia, senza la necessità, dunque, che nessuno rischi la vita. Questi velivoli, simili a piccoli aeroplani con un’apertura alare di 9,5 metri, sono dotati di due motori e sono in grado di trasportare grandi quantità di acqua, o di sostanza ritardante utilizzata per spegnere le fiamme.
Come uno stormo. L’elemento più innovativo è quello che i tecnici chiamano “swarm engineering”, ossia una tecnica che consente a più unità di collaborare in modo simile a uno stormo di uccelli o a uno sciame di insetti. Grazie all‘Intelligenza artificiale, i droni possono monitorare vasti territori, identificare rapidamente gli incendi nascosti e reagire in maniera coordinata e tempestiva. Una tecnologia del genere promette di riuscire a coprire grandi aree, riducendo i tempi di intervento e migliorando l’efficacia delle operazioni di spegnimento.
Prove sul campo. Pur essendo in fase sperimentale, l’iniziativa ha già comportato lo svolgimento di alcuni test che hanno prodotto risultati promettenti. Presso un campo di volo in Cornovaglia, i ricercatori hanno dimostrato come un piccolo stormo di droni sia in grado di individuare autonomamente un incendio controllato e di coordinare i propri movimenti, producendo una formazione utile allo spegnimento.
Nonostante si sia solamente simulato l’avvicinamento al fuoco, le premesse sono state considerate positive e suggeriscono che questa tecnologia potrebbe presto rivoluzionare il modo in cui vengono gestite le emergenze.
Sfide future. Il successo del progetto dipenderà in primo luogo dalla capacità dei droni di trasportare carichi utili allo spegnimento di vaste aree in fiamme, ma questo non è il solo problema da risolvere. L’approvazione regolamentare rappresenta un altro ostacolo, poiché qualsiasi utilizzo su larga scala richiederà il via libera delle autorità competenti.
Il professor Stefan Doerr, esperto di incendi boschivi presso l’Università di Swansea, ha infatti sottolineato che, sebbene gli sciami di droni rappresentino una parte promettente della soluzione, la prevenzione rimane l’aspetto cruciale nella lotta al fuoco.
Prevenire. Occorre sostanzialmente prendersi cura del territorio, monitorando i punti d’accesso alle aree verdi (al fine di individuare eventuali piromani) e bonificando dalle sterpaglie le zone più a rischio, nell’ottica di una più ampia strategia. Tuttavia, se queste macchine potranno svolgere il loro compito a costi ridotti e senza mettere in pericolo vite umane, rappresenteranno sicuramente un passo in avanti significativo nella lotta agli incendi.
Fotogallery Come funziona l’aereo antincendio Canadair?
Fonte Focus.it