(ANSA) – NAPOLI, 03 OTT – Neuroni nel cervello vetrificato di
una vittima dell’eruzione del 79 d.C. che seppellì Ercolano,
Pompei e l’intera area vesuviana fino a 20 chilometri di
distanza dal vulcano. La straordinaria scoperta è contenuta in
uno studio condotto in collaborazione con il Parco Archeologico
di Ercolano dai ricercatori della Federico II, del
CEINGE-Biotecnologie Avanzate, delle Università Roma Tre e la
Statale di Milano e del CNR è stato pubblicato sulla prestigiosa
rivista PLOS ONE. La ricerca multidisciplinare – secondo i
ricercatori – potrà essere utile anche per la valutazione del
rischio vulcanico.
Le ricerche in corso vanno nella direzione di una
ricostruzione a ritroso delle varie fasi dell’eruzione,
valutando i tempi di esposizione alle alte temperature e del
raffreddamento dei flussi, che hanno importanza non solo per
l’archeologia e la bioantropologia, ma anche per il rischio
vulcanico. Queste ed altre informazioni che verranno dagli studi
in corso potranno offrire importanti parametri per la gestione
delle emergenze nell’area vesuviana. (ANSA).
Fonte Ansa.it