Senato della Sapienza, ‘dolore per guerra ma no a boicottaggio’

La Sapienza “rifiuta l’idea che il
boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la
rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la
negazione delle associate responsabilità di ogni singolo
ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità
umana”. Questo si legge nel documento redatto al termine della
seduta congiunta, da Senato Accademico e dal Consiglio di
Amministrazione della Sapienza che hanno ricordato il carattere
universalistico e libero della ricerca scientifica. L’ateneo
esprime “dolore e orrore per l’escalation militare”.
    In primo luogo gli organi di governo dell’università hanno
rappresentato, a nome di tutta la comunità, sentimenti di “dolore e orrore per l’escalation militare e per la conseguente
crisi umanitaria in corso in Palestina”. Sapienza si è impegnata
a favorire “la discussione, il confronto e la libera espressione
del dissenso, purché non diventi prevaricazione. In particolare
nel documento è stato ribadito l’impegno alla realizzazione di
corridoi umanitari e di ulteriori azioni di accoglienza,
sostegno e solidarietà per le comunità accademiche coinvolte dal
conflitto”.
    Tra le misure che l’Ateneo intende promuovere l’attivazione
del Dottorato nazionale di Studi per la Pace; l’adesione al
partenariato con An-Najah National University, Unimed e
Palestinian Student Scholarship Fund (PSSF) per il completamento
dell’istruzione universitaria gratuita degli studenti residenti
nella Striscia di Gaza. Inoltre Sapienza si impegna a destinare
una quota del budget per il finanziamento di visite di studiosi
provenienti dalle zone del conflitto in Medio Oriente. È inoltre
stato confermato l’impegno affinché la libertà della ricerca e
dell’insegnamento trovino spazio all’interno dei confini etici
definiti dai valori costituzionali e specificati dalla
normativa, dallo Statuto e dal Codice Etico dell’Ateneo. A tal
fine l’Università si è dotata di organi di garanzia Tra i quali
il Comitato per la Ricerca transdisciplinare, istituito nel 2021
e il cui regolamento affronta anche il tema dei possibili usi
distorti della ricerca. Sapienza “rifiuta l’idea che il
boicottaggio della collaborazione scientifica internazionale, la
rinuncia alla libertà della didattica e della ricerca, e la
negazione delle associate responsabilità di ogni singolo
ricercatore possano favorire la pace e il rispetto della dignità
umana”. Al termine della seduta congiunta, il Senato Accademico
e il Consiglio di Amministrazione della Sapienza hanno ricordato
che il carattere universalistico e libero della ricerca
scientifica “costituisce la condizione della sua stessa
esistenza e la premessa necessaria affinché essa possa
trasformarsi in uno strumento di incontro pacifico, scambio e
comprensione tra popoli e culture”.
   

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Fonte Ansa.it

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