Il lavoro congiunto delle forze di
polizia internazionali, tra Europa e Stati Uniti, ha permesso di
porre fine alle attività di Lockbit. Si tratta del gruppo di
hacker che, grazie all’omonimo ransomware, una tipologia di
virus informatico che blocca i computer, aveva colpito numerose
aziende e istituzioni a livello globale. In Italia, la banda era
riuscita a bloccare un’infrastruttura digitale usata dalla PA,
in Germania interessati diversi ospedali e negli Usa oltre 1.700
organizzazioni. Come riporta Reuters online, la rete è stata
fermata grazie all’Operazione Cronos, congiunta della autorità
Usa e Gran Bretagna insieme all’Europol.
Originaria dell’Europa orientale, da quando è nata nel
2019, Lockbit si era strutturata come una vera e propria società
criminale piramidale. La banda guadagnava rubando dati sensibili
e minacciando di divulgarli se le vittime non avessero pagato un
riscatto in criptovaluta. I suoi affiliati sono gruppi criminali
che Lockbit recluta per sferrare attacchi utilizzando i suoi
strumenti di estorsione digitale.
Il ransomware è un software dannoso che crittografa i dati,
ossia li rende inaccessibili fino all’immissione di una chiave,
peraltro non sempre fornita dai criminali anche dopo aver
ricevuto un pagamento. Secondo le informazioni rese note, le
forze dell’ordine sono riuscite a violare i server di Lockbit,
tramite una vulnerabilità dell’infrastruttura. Il codice
sorgente, le chat e i dati sulle vittime sono stati posti sotto
sequestro, prendendo il controllo anche del pannello di
affiliazione con cui i “clienti” del servizio potevano operare.
Su Telegram, Reuters è stata contattata da un portavoce del
gruppo che avrebbe riferito come Lockbit abbia una copia di
tutti i dati ottenuti dalla polizia, così da poterli replicare
altrove.
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Fonte Ansa.it