(ANSA) – MILANO, 11 MAG – “Ho grande rispetto per la scelta di Silvia Romano e non mi permetto di giudicarla. Trascorrere 18 mesi di prigionia è qualcosa che non possiamo neanche immaginare. Se, a mente fredda, quando si sarà placato il clamore di questi giorni, lei reputa che l’Islam sia la risposta corretta per la sua esistenza, io sono solo contento”. E’ la testimonianza – raccolta da Antonio Sanfrancesco di Famiglia Cristiana – di don Enrico Parazzoli. Il parroco di Santa Maria Bianca della Misericordia – la parrocchia dove abita la famiglia di Silvia Romano – osserva che “però, deve fare i conti, nel suo intimo, con il suo essere donna, occidentale e persona adulta”. La conversione – è stato chiesto al parroco – potrebbe essere stata forzata? “Non lo so.
Il concetto di conversione nella cultura islamica è molto diverso rispetto a quella cristiana. Nell’Islam, la conversione riguarda un orientamento a un sistema di norme, precetti e regolamenti che servono a vivere meglio”.
Fonte Ansa.it