Negli ultimi 50 anni, l’informatica è penetrata in molti aspetti della quotidianità: prima nel mondo del lavoro, poi nell’abitazione, passando dai primi PC alla domotica, che aiuta nella gestione della casa e dei dispositivi ospitati. In ultimo, è uscita dalla porta per diffondersi all’esterno, diventando parte integrante delle cosiddette smart city, città intelligenti ed evolute che corrono sul filo del progresso tecnologico.
I servizi informatizzati sono sempre più diffusi all’interno di queste realtà, dai piccoli paesi alle metropoli. Basate su criteri avanzati di sostenibilità economica e ambientale, impiegano sistemi che si basano sull’Information and Communication Technology e l’Internet delle cose.
Economia, produttività, ambiente e cultura viaggiano insieme grazie a un’integrazione delle risorse disponibili sul territorio. Così, lo sguardo è sempre rivolto alle città del futuro, alla ricerca di spunti per rinnovare le vecchie – e ormai obsolete – consuetudini per introdurre innovazioni che hanno lo scopo primario di migliorare la qualità della vita dei cittadini che le abitano.
Smart city, cosa sono
L’amministrazione cittadina, per far sì che la sua città possa essere considerata “intelligente”, non deve solamente integrare tutti i mezzi comunicativi a disposizione e utilizzarli nel miglior modo possibile. Perché il segreto non risiede solamente nel campo dell’ICT. La smart city rappresenta un approccio vasto e integrato per aumentare l’efficienza delle operazioni cittadine e la qualità della vita dei cittadini, oltre a dare nuovo slancio all’economia cittadina.
Questo è quanto teorizzato e messo in pratica Boyd Cohen, uno dei maggiori esperti al mondo in fatto di smart city.
Cohen ha anche teorizzato la cosiddetta Ruota delle smart city, dove tutte le caratteristiche principali che rendono smart una città vengono prima divise in spicchi e poi raggruppate in sei aree tematiche: Smart Mobility, Smart People, Smart Economy, Smart Environment, Smart Government, Smart Living.
Smart city, su cosa si basano
A partire da questa ruota Cohen ha anche sviluppato un progetto-base articolato in tre fasi che può essere applicato a (quasi) tutte le realtà urbane del mondo. Il primo passo consiste nel coinvolgere la cittadinanza all’interno del progetto, rendendola parte integrante del processo decisionale. Per fare questo, l’amministrazione dovrà dare vita a un progetto di comunicazione integrata, dove siano coinvolti tutti i canali a sua disposizione.
È esemplificativo di questa strategia CivicPlus, una suite di programmi e app per smartphone che permettono di coinvolgere i cittadini nei progetti smart e di conoscere in tempo reale le loro opinioni. Il secondo passaggio prevede la realizzazione di un piano strategico dettagliato, nel quale deve essere descritto analiticamente lo stato attuale delle cose e poi individuati, elencati e specificati gli obiettivi parziali e finali. In questa fase, bisognerà valutare tutti i possibili progetti e scegliere gli indicatori in base ai quali misurare i progressi fatti.
Il terzo e ultimo step è iniziare con il piede giusto e procedere con la giusta andatura. Non vale la pena tentare di ottenere tutto e subito: sarà necessario procedere per piccoli passi prima di poter raggiungere gli obiettivi più ambiziosi.
Smart city, gli esempi migliori
Cohen porta ad esempio di questa strategia quelle che lui considera le migliori smart city al mondo. In testa a tutti troviamo Vienna, seguita da Toronto e Parigi. Dietro a questo terzetto si posizionano le città e le capitali dei Paesi industrializzati, New York, Londra, Tokyo, Berlino, Copenaghen, Hong Kong e Barcellona.
Restano fuori altri progetti “intelligenti” ma non all’altezza come ad esempio Amsterdam, Santander e Dubai. Delle città italiane, come avrete notato, nemmeno l’ombra. Come mai? Semplicemente perché, come spesso accade, il nostro Paese è partito in ritardo rispetto agli altri. Ma le nostre amministrazioni si sono date da fare per recuperare il tempo perso.
Essere smart è diventato uno scopo primario per queste città, alla ricerca di un cambiamento sempre più radicato nel tessuto cittadino.
Secondo l’ultimo rapporto ICity Rank di FPA, prima tra le città più smart d’Italia è Firenze, seguita da Bologna, Milano, Roma e Modena. Tutte seguono progetti di trasformazione digitale, dall’accessibilità online dei servizi pubblici, utilizzo di piattaforme digitali per la comunicazione con la PA e la fruibilità dei servizi offerti, fino alla presenza attiva sui social media.
Le eccellenze nel Sud e nelle Isole, invece, compaiono a partire dal 9° posto della classifica, con Cagliari, Palermo al 13° posto seguita da Lecce e Bari rispettivamente al 17° e al 20°. Compaiono soprattutto nel terzo inferiore della lista ma gli sforzi del Meridione per risalire ci sono e si sentono, grazie a molteplici progetti dedicati all’informatizzazione delle città e dei servizi offerti al cittadino.
Smart city e IoT, perché viaggiano insieme
Nelle città smart, le applicazioni dell’Internet delle cose punta ad automatizzare la raccolta e l’elaborazione dei dati per la gestione dei principali servizi. Si ha così un riscontro mirato sull’andamento degli aspetti gestiti, scoprendo cosa mettere a punto e gettando inoltre le basi per un ampliamento delle applicazioni che rendono le città accessibili a tutti.
Dai sensori per la gestione intelligente dei parcheggi e dell’illuminazione pubblica al rilevamento della qualità dell’aria, il numero dei dispositivi intelligenti connessi in rete tra loro per fornire un quadro completo è in costante aumento. Fondamentale diventa la diffusione capillare del 5G che, grazie alla velocità, rende più facile lo spostamento dell’enorme volume di dati generato dalle tecnologie di ultima generazione.
Sarà sufficiente collegarsi alla rete cittadina con il proprio smartphone o tablet per accedere in tempo reale a tutti i dati raccolti dal sistema municipale, dalla situazione della mobilità urbana agli accessi ai pronto soccorso. Ecco perché non è possibile scindere i due concetti in un’ottica di miglioramento progressivo. Dalle infrastrutture all’accesso del singolo, sfruttando le potenzialità delle analisi predittive, ogni anello della catena contribuirà a generare nuova conoscenza e a favorire il progresso delle smart city dei prossimi decenni.
Fonte Fastweb.it