Da un lato la comodità per il lavoratore. Dall’altro le disposizioni di legge, che spingono e agevolano le aziende a intraprendere questa nuova modalità di lavoro. Lo smart working sta pian piano prendendo sempre più piede anche in Italia, sia all’interno di organizzazioni private sia all’interno della Pubblica Amministrazione. Stando alle statistiche del 2018, il 56% delle grandi aziende aveva già avviato progetti di telelavoro e molte altre stavano intraprendendo la stessa strada. Insomma, una tendenza che, a breve, consentirà a milioni di lavoratori di non doversi più recare in ufficio e poter lavorare dove preferisconoBisogna però fare attenzione: fare smart working non vuol semplicemente dire portare il PC del lavoro a casa e accenderlo. Ci sarà da attenersi innanzitutto alla normativa di settore, che regola il rapporto tra datore di lavoro e dipendente e stabilisce quali siano gli obblighi delle due parti in caso di lavoro agile. Si dovrà poi fare attenzione ai dispositivi utilizzati e alle piattaforme disponibili (e alla loro protezione da attacchi informatici), alle tecniche per organizzare al meglio la giornata e ai trucchi che aiutano a essere ugualmente produttivi, anche se le distrazioni possono essere dietro l’angolo.Insomma, il mondo del lavoro agile è più complesso di quanto si possa pensare. Ecco tutto quello che c’è bisogno da sapere prima di intraprendere questa strada.Smart Working, la normativaIl punto di partenza per capire come fare smartworking è, come detto, la normativa che regola questa particolare tipologia di organizzazione lavorativa. In Italia, il lavoro agile è regolamentato dalla Legge 81 del 2017, nella quale vengono definite le basi legali per la sua attuazione.In particolare, il dettato legislativo prevede che l’obiettivo principale della promozione dello smart working è quello di “agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro“. Per questo, il lavoro agile viene definito come la “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa“. Questo, però, non vuol dire che non ci siano limiti di orario: il tutto, infatti, deve svolgersi nei limiti orari giornalieri e settimanali previsti dal CCNL di settore.Per quel che riguarda, invece, la Pubblica Amministrazione si deve far riferimento alla cosiddetta Riforma Madia (Legge 124 del 2015), che introduce questa “nuova” organizzazione lavorativa anche nel pubblico e ne determina le modalità operative.Smart Working: dispositivi e connessioneNon solo normativa: affinché il progetto di telelavoro possa portare i frutti sperati è necessario che il dipendente venga messo in condizione di lavorare in maniera consona. Ossia, è necessario scegliere dei dispositivi informatici (e non solo) che gli consentano di portare a termine i lavori richiesti. La scelta del computer (fisso o laptop), delle periferiche (come stampante o mouse e tastiera ergonomici) e della connessione alla Rete è dunque di primaria importanza.Anche se nella stragrande maggioranza dei casi un computer portatile andrà più che bene per il lavoro agile, per alcune professioni (i montatori video, tanto per fare un esempio) è necessario avere “macchine” sufficientemente potenti per poter macinare software e algoritmi particolarmente pesanti. In casi come questi, dunque, sarà necessario avere a disposizione un computer desktop, con componenti particolarmente performanti e un impianto di raffreddamento ad hoc, che eviti problemi di surriscaldamento e rallentamenti vari.Da non sottovalutare, poi, l’importanza di una connessione di rete performante, che consenta di condividere file in maniera veloce e senza grattacapi. Se la scelta della connessione “fissa” è demandata spesso e volentieri al dipendente, il datore di lavoro potrebbe essere chiamato a fornire un “backup”, ossia una scheda SIM con soglia dati elevata che possa essere utilizzata con un router 4G o in tethering dallo smartphone.Smartworking, le piattaforme per condividere e comunicareSul fronte del software, invece, si dovranno scegliere piattaforme e app adeguate ai compiti da svolgere. Ad esempio, datore e lavoratore potranno individuare una piattaforma comune per condividere file e documenti del lavoro. Allo stesso tempo, si dovranno individuare delle piattaforme che consentano di mantenere i rapporti con colleghi e clienti: non solo posta elettronica, ovviamente, ma anche app e software per videochiamate, chat e tutto ciò che può essere legato al mondo della comunicazione “lavorativa”. Alcune soluzioni, come G Suite e Office 365 for Business, integrano tutti questi strumenti all’interno di un’unica piattaforma, ma richiedono il pagamento di un abbonamento mensile.Smart working: la sicurezza informaticaRestando in ambito informatico, infine, si dovrà porre particolare attenzione alla sicurezza informatica. Quando si lavora da casa, infatti, non si avranno le stesse infrastrutture e soluzioni di sicurezza che, magari, vengono adottate a lavoro. Per questo, se possibile, si dovrà stare ancora più attenti. Non si potrà fare affidamento sui soli software (antivirus, antimalware e firewall su tutti), ma si dovrà evitare di finire nella rete di truffatori digitali che, con mail di phishing, potrebbero approfittare del telelavoro per sottrarci importanti informazioni industriali.Smart working: le tecniche per organizzare la giornataAffinché il telelavoro non ottenga il risultato contrario a quello sperato e finisca per sbilanciare ulteriormente il rapporto tra vita privata e quella lavorativa è necessario organizzare tutto alla perfezione. Il consiglio di base è quello di adottare gli stessi orari dell’ufficio: si inizia alle 9 e si stacca alle 18, con tanto di pausa pranzo nel mezzo. Ma questo non basta: è inutile negare che a casa le distrazioni sono maggiori rispetto all’ufficio (soprattutto se si hanno dei bambini) e si dovrà essere particolarmente ligi al dovere per evitare di perdere troppo tempo e risultare così improduttivi.In questo, app e software vari possono tornare molto utili per organizzare al meglio il telelavoro. Le app-agenda, le piattaforme per creare le liste di cose da fare, le piattaforme per organizzare il lavoro con i colleghi sono tutti validissimi supporti. Ma, senza un po’ di forza di volontà, saranno del tutto inutili. 20 marzo 2020
Fonte Fastweb.it