Il termine social media è incredibilmente vasto: al suo interno racchiude decine e decine di servizi, spesso molto diversi tra loro. Eppure esiste un filo che avvicina persino i social apparentemente più distanti: da Snapchat a LinkedIn, da TikTok a Twitter, passando per Whatsapp, Twitch e Pinterest.
Per orientarsi meglio dentro alle varie sfumature di significato della parola “social media” è possibile ricorrere alla categorizzazione di Andreas Kaplan e Michael Haenlein: due professori che hanno organizzato i vari social in base a caratteristiche strutturali specifiche.
E così da una parte si trovano i social media che assomigliano a blog o micro-blog (Tumblr), mentre dall’altra quelli che creano reti sociali vere e proprie (Facebook, Instagram). Da una parte i progetti collaborativi in stile Reddit, dall’altra le content community come YouTube. Esistono poi le app di messaggistica come WeChat o Clubhouse.
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0. Social media, cosa sono e come funzionano
Il termine “social media” fa riferimento a delle tecnologie, pratiche o applicazioni specifiche. I social media sono servizi che permettono a un utente di creare e condividere su Internet diverse tipologie di contenuto: dai testi alle immagini, dai file audio ai video.
Prima di capire come funzionano i social media, occorre innanzitutto sgombrare il campo da un possibile equivoco. I social media non sono i social network e viceversa. La parola “media” è il plurale del latino “medium” e significa letteralmente “mezzo” o “strumento”.
I social media quindi sono dei semplici strumenti a disposizione delle persone. I “social network” sono invece dei veri e propri network di persone: delle reti sociali di individui collegati tra di loro.
Oggi quando si parla di social network si presuppone l’uso dei social media, ma non è necessario che sia così. Nella Storia è stato possibile parlare di “rete sociale” sin dal primo momento in cui l’essere umano ha iniziato a organizzare la propria vita in gruppo.
I social media non vanno confusi con i social network: i primi sono mezzi di comunicazione caratterizzati da tecnologie specifiche e mirate, i secondi invece sono delle reti sociali fatte da persone
I presupposti ideologici alla base dei social media sono gli stessi del web 2.0 o web dinamico: la seconda fase di sviluppo della rete, in cui l’utente supera il ruolo di semplice fruitore dei contenuti. Nel web 2.0 infatti anche l’internauta diventa parte attiva nei processi di creazione e condivisione.
L’esplosione dei social media ha provocato una vera e propria rivoluzione di tutto il mondo della comunicazione di massa. Si è passati da un sistema monodirezionale a uno bidirezionale, o addirittura pluridirezionale.
In passato gli utenti fruivano l’informazione in maniera passiva: ricevevano notizie e intrattenimento dalle televisioni, i giornali o la radio, senza avere possibilità di intervento o di modifica.
Con i social media invece tutti possono essere sia fruitori che creatori di contenuti. Anche perché l’accesso ai social media è tendenzialmente alla portata di chiunque: per utilizzarli non è necessario essere dotati di competenze specialistiche in informatica o programmazione.
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1. Caratteristiche e tipologie dei social media
Si è visto come i social media abbiano modificato radicalmente la creazione, la diffusione e la fruizione di informazioni precedenti: il mondo della comunicazione in Internet è lontano anni luce da quello di radio, giornali o tg.
Per questo motivo è difficile analizzare social media come Facebook, Instagram, Linkedin o TikTok come se fossero dei “semplici” mezzi di comunicazione di massa. Allo stesso tempo, però, anche i social media condividono alcune caratteristiche tipiche dei media industriali.
Una delle più importanti è la capacità di portare un qualsiasi contenuto all’attenzione di un’audience globale. Un post virale è potenzialmente capace di coinvolgere milioni di persone, in maniera non troppo diversa da una trasmissione televisiva.
Esistono delle analogie tra media industriali e sociali anche dal punto di vista di accessibilitàe fruibilità. Gli utenti infatti possono utilizzarli sia gratuitamente che pagando un abbonamento. Inoltre, per fruire dei loro contenuti, non hanno necessariamente bisogno di una formazione specifica.
I social media presentano caratteristiche comuni a quelle dei media industriali, ma anche aspetti distintivi, come la velocità e la permanenza
I social media presentano anche delle caratteristiche che li distinguono in maniera netta dai precedenti mezzi di comunicazione di massa. Ad esempio, presentano una velocità e una permanenza che non hanno niente a che vedere con quelle della tv o della radio.
I media industriali possono impiegare giorni, settimane o persino mesiper creare un contenuto finito: si pensi in tal senso alla produzione di servizi, reportage o documentari. Inoltre il prodotto finito, una volta diffuso, non può più essere modificato.
Sui social media invece il tempo di caricamento di un contenuto è potenzialmente vicino allo zero: sia in termini di pubblicazione, che di fruizione e di commento da parte di un utente esterno. Allo stesso modo i contenuti presenti sui social media possono sempre essere cambiati o persino cancellati.
I social media possono assumere forme talmente diverse e specifiche che è molto difficile catalogarli. Ciononostante esistono delle classificazioni di riferimento, come ad esempio quella elaborata da Andreas Kaplan e Michael Haenlein.
I due professori hanno individuato sei principali tipologie di social media:
- blog e microblog, come Tumblr o Twitter
- social networking, come Instagram, Facebook, LinkedIn, o TikTok
- progetti collaborativi, come Reddit o Wikipedia
- content community, come Pinterest, Youtube o Twitch
- mondi virtuali sociali e di gioco.
Questa classificazione è piuttosto completa, ma al suo interno è difficile inserire realtà ibride, come ad esempio i servizi di messaggistica istantanea con componenti “social”. È il caso ad esempio di WhatsApp, Clubhouse, Snapchat, o WeChat.
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2. I social media come blog e microblog: Twitter e Tumblr
I blog sono dei siti personali che si prestano a usi e ambizioni molteplici: possono essere semplici diari, ma anche organi di informazione indipendenti. Vengono aggiornati in tempo reale e possono venire arricchiti con diversi contenuti multimediali.
La differenza tra blogging e microblogging è più quantitativa che qualitativa. Anche i microblog infatti ospitano un flusso costante di contenuti, che però sono all’insegna della sintesi e della brevità.
Twitter è il social media di microblogging più famoso del mondo. Vanta più di 300 milioni di utenti in tutto il mondo, che ogni giorno pubblicano circa 65 milioni di contenuti.
Accedendo su Twitter, un utente ha innanzitutto la possibilità di pubblicare i cosiddetti “tweet”: messaggi di testo che presentano una lunghezza massima di 280 caratteri (precedentemente erano 140).
Dopodiché è possibile seguire i profili di più utenti, diventando loro follower. Su Twitter è possibile trovare personalità e professionalità di tutti i tipi: dai politici agli imprenditori, dagli artisti agli atleti.
La natura concisa dei tweet permette di caricare messaggi particolarmente incisivi, paragonabili in qualche modo ai titoli di giornale. Non a caso, molti professionisti dell’informazione utilizzano Twitter quotidianamente per diffondere contenuti di vario genere.
Anche Tumblr è un social media che può essere avvicinato al blogging e al microblogging. Permette infatti di creare una pagina personale, su cui l’utente può pubblicare testi, ma anche foto, immagini o video.
Tumblr è nato come blog, ma poi si è pian piano arricchito con componenti e servizi tipici dei social network. Lo scambio di informazioni tra gli iscritti può avvenire tramite sottoscrizione a un profilo, ma anche attraverso la ripubblicazione di un contenuto.
Tumblr è stato fondato nel 2007. Successivamente è acquistato da Yahoo! nel 2013, per poi passare ad Automattic: la stessa società che si occupa dello sviluppo di WordPress. Twitter invece è stato fondato nel 2006 e nel 2022 è stato definito il suo acquisto da parte di Elon Musk per ben 44 miliardi di dollari.
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3. Social media e social networking: Facebook, Instagram, TikTok, LinkedIn
I social media che si distinguono per le loro caratteristiche di networking sono molteplici. Ogni servizio ha le sue peculiarità: se Instagram è il social dedicato alle immagini, LinkedIn si rivolge al mondo professionale.
Facebook è senza ombra di dubbio un punto di riferimento imprescindibile per i social media e le reti sociali. Nasce come un servizio esclusivamente a disposizione degli studenti dell’Università di Harvard.
In seguito, si è aperto a tutti gli utenti del mondo. A questo punto, il suo successo è stato semplicemente dirompente: si è diffuso da un paese all’altro, fino a diventare il social media più popolato del mondo con oltre due miliardi di utenti attivi.
Instagram è l’altro social più in voga del momento. Ha costruito il proprio successo soprattutto sull’immediatezza delle foto e dei video. La piattaforma è ricca di funzioni, disponibili sia per utenti privati che per i business. Tra queste spiccano le Storie, contenuti che durano solo 24 ore.
Oggi le caratteristiche e i servizi offerti da Facebook e Instagram sono molto più simili rispetto al passato. Anche perché nel 2012 l’allora Facebook inc. (oggi Meta) ha acquistato Instagram per circa un miliardo di dollari.
Facebook è stato il primo social network diffuso su scala mondiale. Nel 2012, Mark Zuckerberg e soci hanno acquistato Instagram
TikTok è una piattaforma più recente, che si posiziona idealmente a metà tra un social media e un social network. Il servizio permette agli utenti di creare clip di durata breve o brevissima: da un massimo di 180 a un minimo di appena 15 secondi.
Una delle caratteristiche più apprezzate di TikTok è la possibilità di effettuare doppiaggi o sincronizzazioni audio in maniera tanto facile quanto efficace. Gli utenti si divertono a interpretare le scene di film o serie TV, ma anche a realizzare contenuti e commenti creativi.
Infine LinkedIn, un altro servizio di rete sociale che però punta a un pubblico e a una tipologia di comunicazione totalmente differenti. LinkedIn è noto come il social media dei professionisti: ogni giorno raccoglie milioni di contenuti dedicati al mercato del lavoro, nelle sue diverse sfaccettature.
Gli utenti LinkedIn possono arricchire il proprio profilo con un curriculum vitae e un portfolio. Inoltre, possono consultare delle bacheche apposite sia per cercare, sia per offrire opportunità lavorative.
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4. I social media come progetti collaborativi: da Wikipedia a Reddit
I progetti collaborativi sul web da un certo punto di vista rappresentano l’anima dei social media, tecnologie nate per permettere agli utenti di creare contenuti in maniera attiva.
Da questo punto di vista è impossibile non citare Wikipedia: un progetto collaborativo di dimensioni colossali, nato a partire dal 15 gennaio 2001 con l’obiettivo di fornire punti di vista neutrali e rispettosi.
Wikipedia è un’enciclopedia online che coinvolge quotidianamente gli utenti di tutto il mondo. Le singole voci vengono pubblicate, verificate e modificate proprio dagli internauti.
Un altro interessantissimo esempio di social media collaborativo è Reddit: una via di mezzo tra un aggregatore di notizie, un distributore di link e una piattaforma di discussione. È stato lanciato nel 2005 ed è arrivato a diventare il sesto sito più visto di tutto il mondo.
I contenuti presenti su Reddit sono organizzati all’interno di categorie specifiche, note col nome di “subreddit”. Ce ne sono tantissimi: basti pensare che soltanto la home page del sito ne mostra circa 50.
Su Reddit si discute di tanto di televisione quanto di sport, tanto di viaggi quanto di moda. Si parla di salute, di benessere e di gaming.
In alternativa è anche possibile selezionare una delle community più popolari. In questo caso si va da thread caratteristici come “AskReddit” e “NoStupidQuestions” a subreddit particolarmente in rilievo in un determinato momento.
Un utente Reddit può fruire dei contenuti disponibili o, in alternativa, può crearne di propri. Un aspetto a cui prestare particolare attenzione è il “Karma”: un valore che viene attribuito in maniera automatica agli utenti, sulla base della loro attività.
In sintesi il Karma di un redditor indica la qualità dei suoi contenuti e delle sue interazioni. Più è alto, più i contenuti pubblicati ottengono visibilità. Per raggiungere tale obiettivo, un utente deve ricevere voti positivi.
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5. Social media e content community: YouTube, Pinterest e Twitch
Questi canali sono frequentati da utenti che creano e condividono materiale in formato video.
Da questo punto di vista è doveroso parlare innanzitutto di YouTube: una piattaforma di pubblicazione e di condivisione di video nata nel 2005 dalla mente di Chad Hurley, Jawed Karim e Steve Chen.
A pochi mesi dalla sua nascita, YouTube gestiva il caricamento di decine di migliaia di contenuti multimediali al giorno. Non a caso, poco più di un anno dopo la sua fondazione, la piattaforma venne acquistata da nientemeno che Google.
Oggi la community di YouTube conta quasi 2 miliardi di utenti, che pubblicano o guardano contenuti multimediali di vario genere: si va dai videoclip musicali ai trailer cinematografici; dai video post-prodotti alle dirette streaming.
YouTube è un perfetto esempio di content community: un social media che ruota attorno alla pubblicazione e alla condivisione di video
Twitch è un altro social media costruito attorno ai contenuti multimediali: più precisamente alle sopracitate dirette streaming. È stato lanciato nel 2011 ed è attualmente di proprietà di Amazon.
Twitch si è diffuso innanzitutto grazie allo streaming di videogames: gli utenti condividevano principalmente le loro sessioni di gioco, commentando in tempo reale quanto accadeva su schermo. Questa modalità era particolarmente apprezzata, sia nel caso di avventure single player, sia in quello di gaming online ed eSports.
Oggi i live di Twitch riguardano tantissimi altri argomenti: si continua a streammare di giochi e di eSports, ma anche di musica e di arte in generale.
Per non parlare poi delle esibizioni dal vivo, delle dirette a tema criptovalute. Alcuni personaggi famosi hanno lanciato veri e propri formato, come la celebre Bobo TV, dove l’ex calciatore Christian Vieri viene affiancato dai “colleghi” Antonio Cassano e Nicola Ventola e Lele Adani.
Pinterest è un altro servizio di rete sociale, che amplia notevolmente il concetto di condivisione di contenuti multimediali. Lo stesso nome Pinterest rimanda alla possibilità di “appuntare” tutti i propri “interessi” in un database digitale.
Per certi aspetti Pinterest assomiglia anche a un blog. Gli utenti infatti possono creare delle pagine in cui inserire e catalogare materiale proveniente dal web, come immagini, fotografie e video.
Tutti i contenuti presenti su Pinterest sono noti col nome di “pin”: puntine che possono venire caricate, salvate, ordinate e condivise. Inoltre gli utenti possono collezionare i vari pin in bacheche specifiche, che spesso vengono organizzate per tema.
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6. Tra messaggistica istantanea e social media: Whatsapp, WeChat, Clubhouse, Snapchat
I servizi di messaggistica istantanea con componenti social sono talmente diversi tra loro che sarebbe difficile individuare caratteristiche distintive comuni. Al contrario, conviene limitarsi a passare in rassegna alcuni tra i protagonisti più noti e apprezzati di questa particolare categoria.
Uno su tutti WhatsApp: l’applicazione di messaggistica fondata nel 2009 e acquistata dall’attuale Meta inc. nel 2014. Nato per i soli dispositivi mobile, oggi funziona anche su desktop.
Con WhatsApp è possibile scambiare messaggi di testo, ma anche contenuti multimediali di vario genere: foto, immagini, video, file audio. A ciò si aggiungono diverse tipologie di documenti, contatti della rubrica telefonica e posizioni sulle mappe online.
Inoltre, sembra ormai prossimo a una vera e propria svolta social. Il servizio è pronto ad arricchirsi con Community: una funzione che riunirà i membri in chat specifiche, sulla base dei loro interessi.
WhatsApp, la celebre app di messaggistica istantanea, sta per presentare Community: una nuova funzione che avvicinerà gli utenti in base agli interessi.
Anche il caso WeChat è perfetto per capire quanto siano labili i confini tra una app di messaggistica e un social network. Questo servizio, da un lato permette di scambiare messaggi e contenuti multimediali, dall’altro è animato da tante funzioni tipiche di Facebook o Instagram. Per esempio, si possono aggiungere nuovi amici alla propria cerchia oppure si può creare una pagina personale. Per non parlare poi delle soluzioni di business integrate con vetrine ed e-commerce ad hoc.
Clubhouse è un ibrido che si posiziona idealmente a metà tra un social media e una chat audio. È stato creato nel 2020 da Paul Davison e Rohan Seth e, in poco meno di dodici mesi, la sua valutazione ha raggiunto un miliardo di dollari.
Clubhouse è strutturato in singole stanze virtuali, all’interno delle quali è possibile parlare di argomenti specifici. Le stanze vengono gestite da un moderatore, che può dare o togliere la parola agli utenti. Le comunicazioni, come anticipato, avvengono esclusivamente attraverso note audio.
Infine Snapchat, che può essere considerato una app multimediale per dispositivi mobile. Da un certo punto di vista è simile a un social network, considerato che permette di creare reti di utenti.
La peculiarità più distintiva della prima versione di Snapchat era la possibilità di condividere messaggi, foto e video che sarebbero rimasti visualizzabili soltanto per 24 ore.
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Fonte Fastweb.it