Come ci insegna Veronica Gentili, tanti professionisti pensano che creare ed inviare periodicamente dei Social Media Report ad un cliente significhi scaricare gli insights grezzi dai vari social e spedirglieli una volta al mese, ma non funziona così.
Il Social Media Report è uno strumento fondamentale, non solo per informare il proprio cliente in merito all’andamento del lavoro, ma anche e soprattutto per i professionisti stessi, per comprendere se si stia procedendo nella giusta direzione o meno, e come correggere il tiro.
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Il Social Media Report, una definizione
Ma cos’è il Social Media Report?
Il Social Media Report è un documento che permette di rappresentare visivamente l’andamento delle strategie usate sui diversi social media, attraverso l’esposizione dei dati raccolti da una determinata piattaforma.
Il Social Media Report determina il successo o il fallimento delle diverse strategie utilizzate, infatti è in grado di fornire delle indicazioni molto utili sia sulla pagina in sé che sulle migliorie da apportarvi.
Senza una corretta attività di reportistica, non si riuscirebbe a gestire in modo completo i profili social, comprendendo pienamente come indirizzare le future attività di sviluppo ed il monitoraggio dei progressi effettuati, in quanto l’utilizzo corretto del Social Media Report permette, tramite l’uso dei dati, delle statistiche e delle metriche, di analizzare la strategia a livello di SWOT analysis (Strenghts “punti di forza”,Weaknesses “punti di debolezza”,Opportunities “opportunità”,Threats “minacce”)
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Il Social Media Report e le sue caratteristiche fondamentali
Per poter definire le caratteristiche fondamentali di un Social Media Report, è necessario partire da ciò che esso non è. Non è uno strumento che riporta una serie di numeri e dati non interpretati, o qualcosa che non comprende chi lo riceve (e che quindi non permette lo sviluppo di azioni specifiche).
Chi legge il Social Media Report, deve comprendere infatti ciò che vi è scritto per poter acquisire consapevolezza e prendere delle decisioni adeguate, e questo è il motivo per cui in determinate situazioni, vengono create anche diverse versioni di uno stesso report, in base a chi dovrà riceverlo.
Un Social Media Report, deve includere i dati relativi ad esempio a: menzioni, trend rilevanti, visualizzazioni, interazioni, CTA “Call To Action”(invito all’azione) di rilievo, vendite, budget e risultati generati dagli ADV “Advertising”(pubblicità), persone raggiunte, recensioni, etc.
Naturalmente, inserire solo questi dati quantitativi non basta, ma bisogna inserire anche i dati qualitativi a loro supporto, infatti bisogna spiegare a parole cosa questi dati significhino per il lettore, o come questo li possa usare per comprendere meglio la situazione in cui verte.
Attenzione a non ricadere negli errori più comuni, legati al confronto nel tempo di dati diversi (o dati uguali, ma calcolati in modo differente dalle diverse piattaforme)!
Il Social Media Report e la sua struttura
Il Social Media Report, partendo dall’andamento delle attività in base agli obiettivi ed ai KPI “Key Performance Indicator” (indicatore chiave di prestazione) stabiliti, agli esiti degli A/B Test, delle rubriche ed eventuali promo inserite, deve esplicare i dati indicati nel paragrafo precedente, seguendo una struttura ad esempio come quella seguente (che può essere più “light” nel caso si tratti di Social Media Report non periodici, ma bensì creati sulla base di progetti a tempo):
1. Introduzione;
2. Riassunto dei risultati ottenuti ed analisi SWOT;
3. Riassunto schematico dei risultati (per singolo social o tramite una schermata comparativa);
4. Focus specifico sulle diverse attività svolte ed i risultati ottenuti;
5. Benchmark con i concorrenti;
6. Suggerimenti e conclusioni;
7. Appendice: glossario dei termini utilizzati.
A livello documentale, ci sono diversi template da cui trarre ispirazione per la creazione del proprio Social Media Report, che permettono di rappresentare i diversi dati basandosi su un buon tool di monitoraggio ed analisi.
Uno di questi si può scaricare gratuitamente dal blog di Hootsuite.
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Il Social Media Report e le sue tempistiche di invio
Ogni quanto è corretto inviare un report?
Dipende, non c’è una risposta univoca.
In alcuni casi, può essere richiesto un report giornaliero o settimanale.
In genere, è consigliabile un report mensile o trimestrale, accompagnato da un report annuale di tipo qualitativo, in cui il professionista può far vedere i risultati ottenuti nell’arco dell’intero periodo, effettuando anche un confronto con i dodici mesi precedenti.
Queste tempistiche sono diverse per i progetti spot, in cui il Social Media Report viene richiesto anche settimanalmente o al termine di ogni progetto.
Il Social Media Report ed i tool a supporto
I Social Media Report possono essere creati manualmente, personalizzando i vari report di volta in volta con i dati delle piattaforme prese in esame (ed accuratamente rielaborati), oppure utilizzando tool esterni gratuiti o a pagamento, che permettano di velocizzare il lavoro ed avere molti più dati, più puliti e già aggregati (pensiamo ad esempio a Looker Studio (ex Google Data Studio), DashThis o ReportGarden).
Un’altra alternativa è di optare per una struttura mista, in cui si integrino i dati quantitativi offerti dai tool con quelli qualitativi in cui poter inserire le proprie considerazioni. Questo ad esempio è fattibile con tool come ad esempio AdEspresso e Hootsuite.
Tra le comodità offerte da questo modus operandi automatizzato o misto, vi è la configurazione dell’invio automatico del report mensile al cliente da parte dello stesso tool, da valutare di volta in volta.
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Fonte Fastweb.it