Sorrentino a Venezia, ritorno alle origini

(ANSA) – ROMA, 26 LUG – Ad un certo punto di una carriera che
ha già avuto riconoscimenti grandissimim a cominciare dall’Oscar
per La Grande Bellezza, Paolo Sorrentino ha scelto di ripensare
a se stesso, di guardare indietro da dove era partito: Napoli,
la città dell’infanzia, i genitori perduti troppo presto, il
luogo del delirio per Diego Maradona ancora oggi vivido. La
mascherina protettiva anti-Covid che indossava al festival di
Cannes dove ha premiato con la Palma d’onore Marco Bellocchio ha
la faccia di Maradona e la scritta Ovunque proteggimi. E questo
racconta molto del legame non reciso ma solo sospeso di
Sorrentino e di quegli anni formativi che ora, a 20 anni esatti
dopo il primo film L’uomo in più con Toni Servillo, diventa un
abbastanza autobiografico racconto di destino e famiglia, sport
e cinema, amore e perdita nella storia di Fabietto, ragazzo
nella tumultuosa Napoli degli anni ’80. E’ stata la mano di Dio
è il titolo del film atteso e con il quale è in gara per il
Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, per una volta
tanto tradendo il festival di Cannes.
    Prodotto da Lorenzo Mieli e Paolo Sorrentino, una produzione
The Apartment, uscirà in cinema selezionati e su Netflix nel
2021 (come fece Cuaron per Roma). Proprio l’inospitale Cannes
per Netflix è una delle ragioni (speriamo non l’unica) della
premiere mondiale a Venezia con quello che lui stesso ha
definito “il ritorno a casa, un film intimo e personale, un
romanzo di formazione allegro e doloroso”. Nel cast, accanto a
Filippo Scotti, Toni Servillo ,Teresa Saponangelo , Luisa
Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Enzo Decaro,
anche vicini e parenti e personaggi come San Gennaro. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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