(ANSA) – ROMA, 12 LUG – “Il lavoro povero e sottopagato va
affrontato all’interno di una cornice articolata a partire
dall’introduzione del salario minimo legale non ‘un maquillage
politico’ per accontentare qualche organizzazione datoriale,
sindacale o politica contraria a questo strumento di civiltà.
Occorre audacia e scelta coraggiosa perché quello di cui il
governo sta parlando si chiamerebbe ‘allineamento della
contrattazione collettiva’ non salario minimo. Perché il
salario minimo legale è un’altra cosa.
C’è un mondo del lavoro sconosciuto a chi dovrebbe tutelarlo e
darlo rappresentanza. Quello di cui stanno discutendo non è il
salario minimo legale è l’allineamento dei contratti nazionali.
Perché i primi ad opporsi a questo strumento di giustizia
sociale e di civiltà sono proprio quelli che dicono di voler
dare speranza ai giovani, alle donne e le persone vittime della
povertà lavorativa e sociale”. Lo afferma Aboubakar Soumahoro,
attivista sindacale e sociale, portavoce di Invisibili in
Movimento e Presidente di Lega Braccianti Ets dopo l’incontro
governo-sindacati sul lavoro e la conferenza stampa di Draghi.
“Vedo che c’è una disconnessione sentimentale tra il Palazzo
del potere e il Paese reale. La situazione delle persone e delle
famiglie è espressione di un bollettino sociale fatto di crisi
economica e sociale. Occorre una cura che non può che passare
attraverso scelte politiche chiare e concrete. C’è un mondo di
persone dimenticate senza rappresentanza e da troppo tempo
costretto a vivere la fame del lavoro e della precarietà
esistenziale.
La disconnessione sentimentale tra la politica e l’esercito dei
dimenticati è la prova della distanza tra il Palazzo del potere
e il Paese reale alle prese con disuguaglianze sociali ed
economiche.
Sto raccogliendo testimonianze e proposte che saranno consegnate
al Presidente del Consiglio Mario Draghi in occasione
dell’incontro in corso di definizione”. (ANSA).
Fonte Ansa.it