Spazio senza più misteri con il 5G

Antonino Caffo (ANSA) – MILANO, 20 OTT – Circa quattro anni fa, la IEEE
Microwave Theory and Techniques Society (MTT-S) ha finanziato
una delle prime analisi sull’Internet of Space (IoS)
all’International Microwave Symposium (IMS) a San Francisco. Con
la rappresentanza di società satellitari e utenti finali, il
gruppo ha esplorato le sfide tecniche e di business che deve
affrontare il settore, ancora emergente. Ma cosa si intende per
IoS? L’attuale IoT, l’Internet delle Cose, sfrutta le
infrastrutture di rete cablate e wireless esistenti per le
comunicazioni e il controllo di dispositivi commerciali e
aziendali (banalmente anche le webcam che abbiamo in casa).
    L’Internet dello Spazio arriva, fondamentalmente, allo stesso
risultato, ricevendo e inviando i segnali però dai satelliti
piuttosto che dalle infrastrutture terrestri. Si tratta di un
campo che, per sbocciare davvero, non attende altro che il 5G.
    Gli analisti di Deloitte hanno previsto che entro la fine del
2020 ci saranno più di 700 satelliti nel campo della bassa
orbita terrestre, per offrire internet a banda larga su una
scala globale, rispetto ai circa 200 del 2019. Con un mix
ottimizzato di reti e antenne, organizzazioni ed enti potranno
non solo sfruttare al massimo la velocità del 5G ma soprattutto
ottenere quelle informazioni fondamentali per capire cosa accade
al di là dell’atmosfera, in tempo reale. Nei prossimi dieci
anni, le tecnologie IoT/IoS svolgeranno un ruolo chiave
nell’abilitazione della connettività satellitare. Questa corsa
allo Spazio ha innescato diverse nuove iniziative che sperano di
raggiungere uno scopo duplice: semplificare l’accesso alla banda
larga via satellite e fornire dati qualitativamente superiori
per lo studio di stelle e pianeti. Di fatto, quella in via di
sviluppo è una comunicazione bidirezionale, resa possibile da
uno standard, il 5G, a bassa latenza e che connetterà pure aree
poco servite dalle reti terrestri esistenti. I principali
artefici di tale lavoro sono Starlink di SpaceX, Project Kuiper
di Amazon e OneWeb, sostenuta da Softbank. Le reti IoS spaziali
rappresentano l’ultima frontiera nella competizione per la
connettività che si spinge sempre più oltre l’atmosfera. Sebbene le sfide aziendali e tecniche siano ancora
all’orizzonte, in futuro la maggior parte dei clienti e delle
parti interessate considererà la connettività satellitare
semplicemente come un altro mezzo per ottenere dati remoti via
cloud. Per le zone rurali e simili, dove le connessioni internet
sono inaffidabili se non addirittura inesistenti, l’IoS fungerà
da abilitatore essenziale di tecnologia. Per soggetti pubblici e
organizzazioni, vorrà dire invece capire meglio e in maniera più
veloce come evolve l’Universo, interpretando molti dei misteri
di cui è ancora composto. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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